Script per monitoraggio pagine menu ciociaria

TERRA CIOCIARA: STORIA - URBANISTICA - FOLKLORE - AMBIENTE


IL NEOCLASSICISMO A FROSINONE

"IL RITORNO DEI RELIGIOSI ALLA MADONNA DELLA NEVE"

"I MISSIONARI DEL PREZIOSISSIMO SANGUE"

"IL RITORNO DEI RELIGIOSI ALLA MADONNA DELLA NEVE"

Dopo la scuola, il secondo strumento per la restaurazione morale e religiosa perseguita da Pio VII fu il ripristino delle case religiose.
Il 9 settembre 1814 la Congregazione dei VV. e RR. emanò un editto nel quale, all’art. 2, era detto: «I Conventi, Collegi e Monasteri qualora siano nel loro stato primiero, vale a dire, che per una susseguente fabbrica non abbiano cambiata natura, devono restituirsi... per quelli delle Provincie ai rispettivi Vescovi».

In virtù di questo decreto il tesoriere generale Mons. B. Cristaldi il 1° giugno 1816 ordinò che l’ex convento della Madonna della Neve fosse restituito agli antichi padroni, gli Agostiniani Scalzi. La consegna fu effettuata per mezzo della Curia Vescovile il 26 giugno 1816 al rappresentante dei religiosi Padre Bernardo Orsini.

Il vescovo di quel tempo era Mons. Francesco Cipriani, che tanto si prodigò per il ritorno dei religiosi nella diocesi.

Delegato Apostolico era Mons. Onorato Bres. La consegna fu eseguita dal succollettore degli Spogli Mons. D. Paolo Mazzoli. I religiosi rientrarono in convento l’11 luglio, ma appena in tre. Nella suddetta retrocessione non si poterono consegnare tutti i locali, in quanto il primo piano era occupato dal Signor Sebastiano De Sanctis, il quale non volle sloggiare perché sosteneva che la parte da lui occupata aveva cambiato natura e perciò non rientrava nell’obbligo della restituzione.

Le perizie e le testimonianze di molti frusinati provarono il contrario e quindi la Congregazione dei VV. e RR. con sentenza amministrativa del 6 luglio 1816 dichiarò che anche i detti locali rientravano nell’obbligo della restituzione. Il De Sanctis si oppose in tutti i modi, ma il tribunale il 22 aprile 1819 lo condannò alla restituzione e al risarcimento dei danni per una cifra di scudi 350.

Convento della Madonna della Neve e il pratozzoIl 20 ottobre 1819 i religiosi ebbero il materiale possesso di quest’altra parte di convento dal cursore Ganzetti, alla presenza dei testimoni Francesco Marra di Domenico e Nicola Ricciotti di Luigi, il glorioso martire frusinate dell’unità e indipendenza.

Se il recupero del convento fu relativamente facile, non così quello dei beni conventuali. Furono necessarie lunghe e dispendiose liti, per le quali si potrebbe scrivere un grosso volume. A titolo di esempio ricorderemo che il recupero delle botteghe che il convento aveva intorno alla piazza e che erano state acquistate dal De Sanctis, i religiosi non lo poterono mai ottenere perchè il nuovo proprietario le aveva comprate e non usurpate. Dopo tante vertenze, la questione fu chiusa il 26 maggio 1859 con un concordato tra Benedetto De Sanctis, figlio di Sebastiano, e i religiosi del convento.

Tralasciando di parlare delle altre vertenze, per esempio, quelle col maggiore Domenico Cerroni e con Riva Andreotti, ci sembra di dovere accennare a quella sostenuta contro il Comune di Frosinone per «il piazzatico», ossia per il diritto a percepire l’affitto della piazza nelle due fiere del 5 agosto e dell’ultima domenica di ottobre.

Soppresso il convento, era logico che il Comune percepisse questa tassa. Ma, ricostruita la comunità religiosa, questa, in qualità di proprietaria, ne rivendicò il diritto. Il 25 luglio 1816 il priore conventuale Padre Bernardo Orsini fece a tale scopo l’opportuna istanza presso la congregazione del Buon Governo.
Il comune si oppose alla richiesta dei religiosi e sosteneva che il diritto era dalla sua parte. Ne seguì una lunga contestazione con carteggi da ambo le parti. Il consiglio comunale, che era stato richiesto del suo parere dall’autorità centrale, si oppose alle istanze dei frati e, nella seduta del 5 ottobre 1822, le respinse con 28 voti su 31. Il relatore era stato Sebastiano De Sanctis, che, come abbiamo ricordato, era in causa con i religiosi. Anche la Delegazione Apostolica si pronunziò sfavorevolmente a questi.

Infatti nella riunione tenuta il 21 marzo 1823 i consultori Pietro Marchioni, relatore e il conte Giovanni Paolini, unitamente al Delegato Mons. Giuseppe Zacchia, deliberarono a favore del comune.
Il terzo consultore della delegazione, il Magg. Domenico Cerroni, non votò perché pretendeva di riscuotere la parte di detto piazzatico, su quella parte della piazza che si chiamava «pratozzo» per il fatto che si faceva crescere il fieno e che lui aveva acquistato all’epoca dell’alienazione napoleonica.
La congregazione del Buon Governo però chiese anche il voto del fiscale Pietro Amici. Questi sulla base della documentazione fornita dai religiosi, provò che essi l’avevano riscosso per circa 140 anni ed esibi l’estratto dei registri di amministrazione che ancora si conservavano.

La vertenza fu chiusa dalla nominata congregazione il 14 giugno 1825 sentenziando che «alla Comunità (Municipio) non appartiene il diritto di affittare il piazzatico di prospetto a detto convento» e che questo aveva il diritto «di ripetere dalla comunità quanto finora ha ritratto dagli affitti corrispondenti».

Ma basta con queste noiose questioni. Chiudiamo con una bella testimonianza che riguarda il santuario della Madonna della Neve.
Il Padre Pio Bianchi, l’autore dei cenni storici già citati, nella sua testinionianza giurata del 25 febbraio 1818, tra l’altro, ha affermato che il nostro santuario «dopo quello di Genazzano è il più rispettabile nella Provincia di Campagna».
Evidentemente egli pensava ancora ai tempi pre - napoleonici. Infatti con la soppressione voluta dal Bonaparte il santuario non rivide mai più il suo primitivo splendore, nonostante che nell’aprile 1820 fosse stato nuovamente consacrato.

"I MISSIONARI DEL PREZIOSISSIMO SANGUE"

Icona di San Gaspare del Bufalo - Frosinone

Nell’epoca di restaurazione spirituale, come sempre, sorge qualche nuova istituzione religiosa. Ai tempi di cui parliamo la nuova fondazione che lavorò nella Ciociaria fu quella del romano San Gaspare Del Bufalo (Roma 6 gennaio 1786- Albano 28 dicembre 1837), ossia dei Missionari del Preziosissimo Sangue.

Il detto Santo nella missione che predicò a Frosinone nella quaresima del 1816, si affezionò alla nostra città e sognò sempre di farne il centro del movimento apostolico della sua congregazione per i paesi della provincia. In un primo momento aveva adocchiato la chiesa della Madonna della Neve, prima che vi ritornassero gli Agostiniani Salzi.

L’8 ottobre 1821 Pio VII approvò il progetto di creare in Campagna e Marittima una rete di case missionarie. Il Del Bufalo spedì subito a Frosinone il suo braccio destro D. Biagio Valentini, per ottenere una casa dall’amministrazione comunale. La sua missione era stata facilitata da due lettere della Congregazione dei VV. e RR..
La prima, del 28 ottobre 1821, era diretta ai vescovi di Alatri, Ferentino, Segni e Veroli per fare tassare le Confraternite e potere così aprire sei case per i Missionari nelle suddette province.

La seconda, del 15 novembre 1821, era diretta al Comune di Frosinone e si chiedeva al consiglio di decidere nella seduta del 18 novembre 1821, dietro mozione dell’arcidiacono Cerroni, delibera per la negativa.
Il gonfoloniere Nicola Iannini comunica l’esito alla congregazione con lettera del 21 novembre.

I missionari però non si allontanarono da Frosinone. Nel febbraio 1822 vi predicarono una missione, inziata il 17 sotto la direzione di S. Gaspare e poi si fermarono in cerca di una dimora stabile. Nei primi tempi alloggiarono nella cosa di Domenico Antonio Guglielmi.

Questi poi, in qualità di Governatore della Congregazione della Morte, mise a loro disposizione le casa che il sacerdote Cipolla aveva lasciato per un’opera pia.
Dopo tanti tentativi, i missinnari vi si stanziarono e allestirono una capoella nel pianterreno. Svolsero la loro Opera non solo a Frosinone, ma in tutta la provincia. La casa fu soppressa con la legge eversiva dei 7 luglio 1866 estesa a Roma e provincia il 19 giugno 1873.

Padre Ignazio BARBAGALLO Agostiniano Scalzo

(FROSINONE - Lineamenti storici dalle origini ai nostri giorni)
- "Editrice Frusinate 1975"

Per le citazioni storiche, la bibliografia ed altro, si rimanda ad una consultazione diretta dell'opera.

INIZIO PAGINA