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TERRA CIOCIARA: STORIA - URBANISTICA - FOLKLORE - AMBIENTE


IL CASTELLO DI FROSINONE NEI SECOLI X E XI

"LOCAZIONE DEL LAGO DI MANILANO (MANIANO)"

Il 9 giugno 959 il vescovo di Veroli, Giovanni, concede in enfiteusi al console e duca di Campagna, Loffredo, la tenuta del lago di Manilano.

Questo atto è importante per diversi motivi. Esso offre materia di studio e di alcune intuizioni.

  • 1°) E’ affermato che il fondo del lago di Maniano è nel territorio della città di Veroli. Con quest’affermazione non è necessario pensare che si trovasse nel territorio comunale, ma potrebbe intendersi nel territorio vescovile.

    Alcuni scrittori parlando della Bolla di Urbano II del 1097, dove si conferma ai vescovo il possesso della chiesa di S. Giovanni, presso il fiume Cosa, la intendono come conferma di giurisdizione vescovile.

    In quanto all’origine del possesso di questo fondo da parte del vescovado di Veroli non può escludersi che l’abbia acquisito allorché gli fu incorporata la sede vescovile di Frosinone.

  • 2°) Nella descrizione dei confini vengono fatti dei nominativi che debbono attirare l’attenzione del lettore.
    Vi sono nominati un conte, Leone, e un tribuno, Anastasio, che erano stati proprietari del fondo Fontana, prima degli eredi che io possedevano all’atto della locazione di cui parliamo.

    In tal modo veniamo a conoscere due frusinati dell’epoca della lotta antisaracena, che coprirono due primarie cariche tra la fine del nono secolo e la prima metà del decimo.

  • 3°) Nel codicillo apposto all’atto della locazione del 9 giugno 959 sono riportati otto nominativi dei condomini di Frosinone della seconda metà del sec. XI.
    Essi sono «Tebaldo, Temmo, Deodato, Litardo, figlio di Lando, Ildicio figlio di Mainardo, Simeone “ex bitto” e Ponzio figlio di Simeone presbitero, di Ponzio, e Sergio giudice, figlio di Berta».

  • In questi nominativi c’è da sottolineare la presenza di elementi longobardi e latini, di cui abbiamo parlato sopra.

    Notiamo che viene anche nominato un sacerdote, padre di due figli. Questa circostanza ricorda che a quell’epoca il celibato ecclesiastico non era ancora divenuto comune nella Chiesa latina, ma stava proprio per divenirlo con la riforma perseguita mediante la lotta per le investiture.

    Infine notiamo che tra i condomini c’è un giudice: Sergio di Berta. Per quello che si riferisce alla Chiesa di S. Giovanni ne parleremo più sotto.

    Padre Ignazio BARBAGALLO Agostiniano Scalzo

    (FROSINONE - Lineamenti storici dalle origini ai nostri giorni)
    - "Editrice Frusinate 1975"

    Per le citazioni storiche, la bibliografia ed altro, si rimanda ad una consultazione diretta dell'opera.

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