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TERRA CIOCIARA: STORIA - URBANISTICA - FOLKLORE - AMBIENTE


IL SECOLO DECIMOTERZO

"I CAETANI A FROSINONE"

Il 24 dicembre 1294 saliva sulla cattedra di Pietro il Card. Benedetto Caetani dei Conti di Anagni, con il nome di Bonifacio VIII.
Come soleva avvenire in quei tempi, ne profittarono i familiari per avvantaggiarsene. Il fratello del nuovo pontefice Loffredo II Caetani (1296), conte di Caserta, ottenne che venisse dato un fondo di Frosinone al suo familiare Pietro da Siena.
Infatti Bonifacio VIII in data 16 luglio 1295 concesse a detto Pietro il feudo sito «in castro Frusinonis» già posseduto da Nicola Capocci. Il Capocci, parente del sindaco Giovanni, era già morto e quindi il feudo era rimasto vacante. La concessione era fatta con L’onere di corrispondere «cinque solidi provesini» nei cinque giorni precedenti il Natale.

Nel giorno stesso in cui veniva concesso il fondo, il papa faceva scrivere a Nicola Buccamazi, rettore di Campagna e Marittima perché procedesse alla consegna.

Le concessioni ai Caetani non si fermano qui. Tutti sanno che i Colonna erano avversari di Bonifacio VIII e della famiglia Caetani. Il papa in quel violento scontro depose e scomunicò i cardinali Giacomo e Pietro Colonna. Ma non furono colpiti solo i due porporati, bensì anche i familiari. Uno di questi era Giovanni De Via, frusinate, laico, cursore e familiare dei due cardinali.

Papa Bonifacio VIII Questi fu scomunicato perché «aveva loro prestato collaborazione e servizio, consiglio e appoggio, specialmente col portare ovunque le lettere scismatiche dei due Colonna». Ma, oltre ad essere colpito da scomunica, fu spogliato di tutte le case, terre, vigne, proprietà, diritti, beni e altre cose, mobili e immobili che possedeva sia a Frosinone che altrove.

I beni tolti a Giovanni De Via il 9 settembre 1297, furono assegnati lo stesso giorno a Coja da Anagni, cursore del Papa e suo devoto anche prima del pontificato.

La concessione al Coja fu fatta, non a somiglianza di quelle che si effettuavano per i cavalieri, ma «secondo la consuetudine seguita fino allora nella provincia di Campagna e Marittima per i feudatari dell’ordine dei fanti».

La consegna dei fondi fu commessa in pari data agli arcipreti di S. Maria, di S. Benedetto e a Tommaso Picalotto, arcidiacono della chiesa atrabatense (Arras).

In questo modo i Caetani si insediarono tra i condomini di Frosinone e vi rimasero per tutto il secolo seguente. Infatti troviamo che 100 anni dopo, il 2 maggio 1399, Bonifacio IX scomunica Onorato Caetani «il conte perpetuo di Campagna e Marittima» figlio di Antonio e nipote di Tuzio, e pone l’interdetto alle città e paesi dove egli aveva feudi, tra cui «Priverno, Torrice, Fresolone».

Il feudo frusinate della famiglia Caetani fu chiamato «feudo di Tuzio Caetani» anche nei secoli successivi e con tale nome fu dato, prima, da Martino V al suo parente Mariano Battista Colonna, poi, il 24 marzo 1431 all’anagnino Tommaso di Giovanni da Papa Eugenio IV e, finalmente, da Leone X a Francesco Biondo<7i< il 3 settembre 1518.

Lo si incontra poi l’ultima volta nel 1567.

Padre Ignazio BARBAGALLO Agostiniano Scalzo

(FROSINONE - Lineamenti storici dalle origini ai nostri giorni)
- "Editrice Frusinate 1975"

Per le citazioni storiche, la bibliografia ed altro, si rimanda ad una consultazione diretta dell'opera.

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