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TERRA CIOCIARA: STORIA - URBANISTICA - FOLKLORE - AMBIENTE


NEL SECOLO DEL RISORGIMENTO

"LOTTA CONTRO IL BANDITISMO"

"FEDETLTA' AL PROPRIO SOVRANO"

"PASSAGGIO DELLE TRUPPE AUSTRIACHE NEL 1821"

"LOTTA CONTRO IL BANDITISMO"

Uno dei primi gravi problemi che si dovette affrontare nel primo periodo della restaurazione fu la lotta contro il banditismo. Questo fenomeno, che a cominciare dai tempi dell’imperatore Severo col celebre capo-bandito Bulla Felice, si era molte volte rinnovato nel corso dei secoli, diventò addirittura leggendario all’epoca della restaurazione post-napoleonica.

Il brigantaggio: Michelina De CesareNon ci sembra il caso di parlarne, perché crediamo che se ne sia scritto abbastanza. Solo ricordiamo che, all’epoca di cui ci stiamo occupando, questo cancro sociale fu strumentalizzato e coltivato da diversi strati. Anzitutto dagli stessi impiegati di polizia, che avevano interesse di prendere la doppia paga, poi dai privati che si facevano rimborsare dallo Stato i danni ricevuti a prezzi maggiorati; c’erano poi le sette segrete che avevano bisogno di una forza di manovra e, infine, gli stessi stati europei che, figli dell’illuminismo, non vedevano più di buon occhio il potere temporale dei Papi.

La lotta contro il banditisnio fu dunque lunga, difficile e quasi estenuante. Il Moroni enumera ben 22 editti contro tale delinquenza dal 13 giugno 1801 al 12 maggio 1826. Essa fu estirpata nel 1825, ma scomparve del tutto l’anno seguente ad opera dell’energica azione del Visitatore e Commissario straordinario Mons. Giov. Antonio Benvenuti.

«Non certo però Frosinone come capoluogo» ha fatto parlare di sé come paese di briganti e malfattori».

Eppure la nostra città ha celebrato la fine del triste fenomeno con maggiore soddisfazione e gioia degli altri paesi della provincia.
Basta dire che nel dicembre 1828 i frusinati vollero esprimere la loro gratitudine al Delegato straordinario con l’offerta di una moneta, che portava incisa questa iscrizione: «i frusinati offrono a colui che ha ridato la tranquillità».

La gratitudine per l’avvenuta repressione del banditismo fu però universale e le città di Campagna e Marittima vollero offrire del denaro al Papa quasi per rimborsare le spese sostenute dal governo centrale.

Anche in questo gesto Frosinone sta in testa, unitamente a Ceccano, che offrirono sc. 1100 ciascuna. Seguono Terracina, Sezze e Anagni con sc. 1000 ciascuna, Veroli con 709.75, Ferentino con 673, Alatri con 570, Sonnino con 292, ecc..

La circostanza va sottolineata, tanto più che allora Frosinone aveva meno abitanti di Veroli, Alatri e Ferentino. Il suo gonfaloniere Filippo Renna, nel comunicare al delegato il 24 dicembre 1825 la decisione consiliare di offrire sc. 1100 si scusa di non poter offrire di più perché «oltre essere aggravata da tante vistose spese di casermaggio, prigioni, deve anche soggiacere alla metà della non piccola spesa per la riedificazione di questo Palazzo Apostolico e carceri».

Brigantaggio in Ciociaria: Gaspare De Cesaris Brigantaggio in Ciociaria: Luigi Alonzi Chiavone Brigantaggio in Ciociaria: Mammone

"FEDELTA' AL PROPRIO SOVRANO"

Il nome del Benvenuti, incontrato in occasione dell’estirpazione del banditismo, richiama alla mente un episodio accaduto all’atto della sua nomina a Delegato.
L’amministrazione comunale di Frosinone ebbe a sottolineare la sua fedeltà speciale al Papa dimostrata negli ultimi eventi. Ecco in che modo. Il Benvenuti ebbe la nomina a Visitatore, Commissario e Delegato speciale della provincia il 2 luglio 1824. Però con la nomina era stata scelta sede del nuovo Delegato non già Frosinone, ma Ferentino. Il segretario di stato aveva già scritto al signor Pietro Stampa governatore della stessa città per chiedere il palazzo di famiglia per l’alloggio del Delegato speciale.
Il signor Stampa il 3 luglio 1824 aveva risposto che sarebbe stato per lui «sommo onore» ospitare nella sua casa sì illustre personaggio «non desiderando altro che coadiuvare sempre alle sovrane determinazioni e far conoscere la mia cieca obbedienza».

Le armi con le quali venne sconfitto il brigantaggio in Ciociaria: Fucile Lefaucheux del 1807 Le armi con le quali venne sconfitto il brigantaggio in Ciociaria: Pistola Lefaucheux italiana del 1863

A questo punto entra in scena l’amministrazione comunale per non fare andare in esecuzione tale disegno. Nell’esposto inviato dal gonfaloniere della città al Segretario di Stato fu dimostrato che tale cambiamento di sede del Delegato della provincia sarebbe stato un torto alla fedelissima città di Frosinone. Infatti, vi si diceva, nel 1798 la città non si sottomise ai Francesi, ma vi fu costretta con la forza e a prezzo della vita di tanti suoi figli, che furono condannati a morte dai tribunali militari.
Nel 1806, quando un’orda di malviventi, capitanati da Fra Diavolo, invase lo Stato Pontificio e, saccheggiato Bauco, marciavano verso Frosinone, i frusinati impugnarono le armi, vi andarono incontro e li fermarono, fino a quando non giunsero le forze militari che li ricacciarono indietro.

Nel 1821 — si dice nella stessa relazione — quando la rivoluzione di Napoli sconfinò nello Stato Pontificio, Frosinone prese le armi contro i rivoluzionari.
Nello stesso anno, transitando per Frosinone l’armata austriaca di 40.000 uomini, che ricacciò fuori lo Stato Pontificio i rivoluzionari, i cittadini non solo fecero grandi accoglienze ai soldati, ma li rifornirono generosamente e somministrarono circa 10.000 scudi.

In questo modo fu ottenuto che il nuovo Commissario e Delegato straordinario suddetto non andasse a stanziarsi a Ferentino, ma venisse a Frosinone.

"PASSAGGIO DELLE TRUPPE AUSTRIACHE NEL 1821"

Il riferimento testè fatto dal Magistrato frusinate alle truppe austriache ci obbliga a ricordarlo aggiungendo qualche altra notizia.
Nel gennaio 1821 dal Congresso della Santa Alleanza, tenutasi a Lubiana, fu deciso l’intervento dell’esercito dell’Austria contro la rivoluzione di Napoli, scoppiata nel luglio dell’anno avanti.
L’8 febbraio 1821 il Segretario di Stato, Ercole Consalvi, dichiarò la neutralità in questa guerra. I soldati austriaci giunsero e si stanziarono a Frosinone il 27 marzo e andarono via il 24 aprile 1821. Si scaglionarono un po’ dovunque. L’accampamento principale fu sistemato alla Madonna della Neve.

Un caravanserraglio militare «all'abbeverata» in Piazza Madonna della Neve - Frosinone

In una lettera del 28 marzo 1821 scritta dall’Anziano del Comune Lorenzo Masi al Delegato Apostolico, si legge: «Mandai al campo militare austriaco situato alla Madonna della Neve numero dieci canne di legna da fuoco e feci accompagnare le vetture da un deputato...».
Poi si lamenta che gli austriaci non vollero lasciare il bono».

In casa Casanuova, sita a Piazza dell’Erba, fu sistemato l’ospedaletto militare, al secondo piano, e i ricoverati, per lo più feriti, raggiunsero il n. 70.
Ciò si rileva da un ricorso inviato dall’inquilino del primo piano, avv. Francesco Saverio Spada, e dalla risposta che il Comune rimette al Segretario di Stato.

Le spese per il mantenimento dei soldati furono sostenute dai comuni. Per soli viveri, Anagni, Ferentino, Frosinone, Montesangiovanni, Sermoneta, Veroli e Ceprano, spesero sc. 3728,63. In testa compare Frosinone con sc. 1289,41, al secondo posto Ceprano con sc. 909,66. Oltre ai viveri, i comuni, soprattutto la nostra città, dovette fornire i mezzi di trasporto, che fu difficile ricuperare.

Ci furono poi i danni arrecati ai privati. All’Archivio di Stato di Frosinone si conservano ancora innumerevoli dichiarazioni di danni.
Forse non ci fu un frusinate che non presentò un suo esposto. Non solo compaiono tutte le famiglie, ma anche tutte le zone del territorio comunale. Le denunzie furono poi controllate dai periti che furono per lo più Teodoro Colasanti, Giacchino Narducci e Antonio Colozzi.
I danni arrecati alla Madonna della Neve furono di sc. 32,65 al convento e di sc. 8,85 al giardino. Nella contrada Torretta compaiono diversi proprietari danneggiati; i soli Matteo Bociari e Gregorio Ricci ne ebbero per sc. 42.
Il 1° maggio 1821 il gonfaloniere Nicola Iannini scriveva al Delegato Apost.: «Siamo alle maggiori angustie. Tutti quelli che hanno fornito per l’Armata Austriaca continuamente ci fanno le premure le più grandi e le più insistenti».

La prima impressione che si ricava dall’accennato carico di denunzie è che ci sia stata della speculazione. Del resto, la situazione politica del momento pare che la confermi.

Padre Ignazio BARBAGALLO Agostiniano Scalzo

(FROSINONE - Lineamenti storici dalle origini ai nostri giorni)
- "Editrice Frusinate 1975"

Per le citazioni storiche, la bibliografia ed altro, si rimanda ad una consultazione diretta dell'opera.

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