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TERRA CIOCIARA: STORIA - URBANISTICA - FOLKLORE - AMBIENTE


NEL SECOLO DEL RINASCIMENTO

"MONS. ORTENSIO BATTISTI E GLI ALTRI FRUSINATI ILLUSTRI"

"MONS. ORTENSIO BATTISTI"

A conclusione del capitolo riguardante il ‘500 frusinate, bisognerebbe mettere sù una galleria dei cittadini più illustri di quel secolo. Però l’indole di questo lavoro ci obbliga ad essere stringati. Perciò parleremo più ampliamente di Mons. Battisti, e ci contenteremo solo di nominare gli altri.

Il nostro Ortensio Battisti figlio di Stefano, medico, e di Bernardina de Alessandris, verulana, nacque a Frosinone. Non essendovi i registri di Battesimo di quell’epoca, non possiamo sapere la data.

Fu un esimio dottore in teologia, canonico a Veroli, arciprete a Frascati, teologo famigliare ed intimo del cardinale Edoardo Farnese. Detto porporato era pronipote dei due fratelli cardinali Ranuccio e Alessandro Farnese.

Si sa che in quel secolo questa famiglia era una delle principali di Roma e d’Italia. In questo ambiente quindi il nostro Ortensio acquistò vaste esperienze e conoscenze in ogni campo.
Fu nominato vescovo di Veroli da S. Pio V il 18 novembre 1567. Egli continuò e attuò nella diocesi la riforma del Concilio tridentino ed è per Veroli quello che è S. Carlo Borromeo per Milano, S. Gregorio Barberigo per Padova e tanti altri prelati dell’epoca nelle loro rispettive diocesi.

Celebrò due sinodi diocesani negli anni 1568 e 1571, nei quali promulgò luminosi decreti per la formazione del clero e per i buoni costumi dei fedeli.
Fondò il monastero delle Benedettine in S. Maria dei Franconi a Veroli, dal quale nel nostro secolo è salita sull’altare la Beata Fortunata Viti. La sua opera di rinnovamento spirituale sembra sensibilmente approvata dal cielo col celebre miracolo eucaristico, ora quasi dimenticato, avvenuto il martedì di Pasqua del 1581.

Per coloro che non lo conoscessero lo ricordiamo brevemente. Nella cappella del nome di Gesù della Chiesa di S. Erasmo in Veroli c’era l’esposizione solenne dell’eucarestia. Invitati da un gruppo di fedeli, vi presero parte anche alcuni giudei. A un certo punto questi videro brillare l’ostia come una stella, i cui raggi accecavano loro gli occhi. Commossi presero a gridare «Crediamo, crediamo. Vogliamo il Battesimo». Quell’ostia fu conservata e in seguito ogni anno si faceva la processione con essa.

Mons. Battisti dette alle stampe un volume d’indole enciclopedica.

Affresco della Chiesa di Santa Maria dei Franconi - Veroli - FrosinoneFu questo il suo ultimo lavoro. Si prefiggeva di scrivere un’altra opera per confutare le eresie contro la grazia, questione centralissima in quel secolo a causa, prima, del luteranesimo, calvinismo e zuiglianesimo, poi, del baianesimo, del nascente giansenismo e per le polemiche nelle scuole teologiche cattoliche tra molinismo, agostinismo e tomismo.

Egli purtroppo non vide la stampa neppure della sua prima opera. Infatti aveva già scritto la dedica del volume al Cardinale Edoardo Farnese e aveva consegnato al tipografo il manoscritto, quando venne a mancare ai vivi. La stampa fu ultimata nel settembre del 1594, anno della sua morte, e fu curata dal nipote Giambattista Pelusi, che vi premise una seconda lettera dedicatoria.

Insieme a Mons. Ortensio bisogna ricordare tutta la famiglia Battisti, perché nel ‘500 era una delle prime di Frosinone.

Ce ne dà la prova il palazzo che si costruì in quel secolo, colpito purtroppo dalle bombe dell’ultima guerra. Esso trovavasi nell’attuale via Rattazzi, 12.
Sul portone d’ingresso in paperino vi si leggeva «Ennius Baptista». Nel cortile interno vi era una fontana circolare, in marmo, del secolo XVI, una scultura romana dell’età imperiale in marmo greco sistemata nella terrazza. Inoltre vi erano state collocate diversi pezzi archeologici provenienti dagli scavi di Ostia e cioè un busto in marmo dentro una nicchia nell’atrio della casa e diverse altre sculture.

Quello che abbiamo brevemente ricordato ci dà la netta percezione della presenza del rinascimento a Frosinone.

"GLI ALTRI FRUSINATI ILLUSTRI"

Mons. Silvio GALASSI

Fu vescovo di Ferentino dal 3 giugno 1584 fino alla morte, avvenuta sette anni dopo.
Il valore di questo uomo indirettamente viene messo in evidenza dal fatto che quel grande Vescovo che fu S. Carlo Borromeo lo volle suo vicario generale a Milano. Il Borromeo era stato segretario di Stato di due Papi e conosceva molto bene gli individui del suo tempo.

La famiglia Galassi rimase affezionata al santo vescovo di Milano e, quando questi fu canonizzato (1623), fece costruire in suo onore una cappella nella chiesa di S. Maria, al posto di quella di S. Vincenzo, che era di diritto patronale della stessa famiglia.

Mons. Orazio CICERONI

La famiglia Ciceroni ha lasciato molti ricordi di sé a Frosinone. Pensiamo che sia un ramo di quella di Roma, di cui parla il Caffarelli.

Il nostro Orazio fu vescovo di Sora dal 1578 al 1591 e, dal 31 luglio 1591 alla sua morte (1603), fu vescovo di Ferentino.

In Bibl. Vaticana si conserva una lettera diretta a lui dalla Congregazione dei VV. e RR.
Questo Mons. O. Ciceroni è il successore immediato di Mons. Galassi nel vescovado di Ferentino. Precedentemente a Sora aveva tenuto un sinodo per l’attuazione dei decreti tridentini.

Mons. Francesco CICERONI

Questi era dottore in legge. Gregorio XIII, già professore di diritto a Bologna, per la stima che ne aveva, lo nominò governatore di Fano, che allora era uno dei centri più importanti dello Stato Pontificio. Dette alle stampe qualche opera giuridica, che noi non conosciamo. Lo deduciamo dal fatto che Prospero Farinaccio lo cita più volte nella difesa di Beatrice Cenci (1599).

In un appartamento del palazzo apostolico di Fano esisteva il suo ritratto con l’iscrizione «Franciscu Cicero Frusinas Gubernator» e con l’arma gentilizia della famiglia: un albero con falce in mezzo al tronco. E’ nominato nelle Memorie Storiche di Fano stampate da Pier Maria Ammiani nell’anno 1581.

Mons. Pirro IMPERIOLI

Fu vescovo di Tesi dal 28 gennaio 1604 alla morte che avvenne nel 1609.

In quella sede, tra l’altro, nota l’Ughelli, trasferì le monache di S. Bernardo dal luogo insalubre in cui si trovavano a quello migliore di S. Chiara.

Prima di essere nominato vescovo, era stato consultore del card. Borghese, cioè del futuro Paolo V e suo vicario generale nella stessa Iesi, quando era stato vescovo di questa città.

Il Notaio Mansueto SIMEONI

Fino al secolo XVIII nei registri parrocchiali di Frosinone si incontra frequentemente il nome della famiglia Mansueto, oggi quasi scomparsa. Ci piace quindi ricordare il nome di un notaio del secolo XVI appartenente a questa famiglia: Mansueto dei Simeoni. Lo troviamo in un atto pubblicato dal Floridi.

Un certo Giovanni da Guarcino vendette un terreno in contrada «Porretta» all’abbadessa Antina Caetani del monastero di S. Luca. Il contratto fu siglato dal detto frusinate che era notaio apostolico. Ecco le parole che ci interessano: «Ed io Mansueto dei Simeoni da Frosinone, pubblico notaio per autorità apostolica, dopo aver premesso tutto quello che era da premettere a questo atto, fui presente insieme ai già nominati testi, ho visto, sentito e scritto tutto questo, ho estratto il presente istrumento, l’ho copiato l’ho pubblicato, l’ho redatto in forma legale e ho dato fede e valore a quanto scritto apponendogli il sigillo di cui fo uso, perché richiesto e pregato».

All’epoca a cui si riferisce il documento, la classe dei notai faceva parte della nobiltà di Frosinone. Anche per questo motivo l’abbiamo ricordato.

Fra Flaminio IMPERIOLI

Questo frusinate era Cavaliere Gerosolimitano e combattè contro i Turchi.

Nel 1582 fu capitano di una galera maltese e molto si distinse per il coraggio e il valore.
Fu promosso al governo militare della città di Velletri. Purtroppo gli eventi e la storia si divertono a nascondere le testimonianze, infatti già nel ‘700 il Batta afferma di non essere riuscito a vedere il documento ufficiale.

Pompeo CICERONI

Pompeo Ciceroni, un nome molto noto all'epoca dei fatti, ricevette la nomina di cavaliere dell'ordine di S. Maurizio e Lazzaro.

Come purtroppo accade, spesso non tutte le affermazioni storiche possono essere dimostratae.

Il Batta, da cui sono state attinte tutte queste notizie storiche, afferma che ai suoi tempi: ovvero nell'anno 1768 la famiglia Ciceroni conservava il diploma di nomina.

Padre Ignazio BARBAGALLO Agostiniano Scalzo

(FROSINONE - Lineamenti storici dalle origini ai nostri giorni)
- "Editrice Frusinate 1975"

Per le citazioni storiche, la bibliografia ed altro, si rimanda ad una consultazione diretta dell'opera.

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