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TERRA CIOCIARA: STORIA - URBANISTICA - FOLKLORE - AMBIENTE


NEL SECOLO DEL RISORGIMENTO

"L'ANNESSIONE ALL'IMPERO FRANCESE"

"LA FESTA DI S. NAPOLEONE"

"L'ANNESSIONE ALL'IMPERO FRANCESE"

L’epoca della rivoluzione francese si chiude con la fine del direttorio e l’elezione di Napoleone Bonaparte a primo console della Repubblica di Francia, ossia il 19 novembre 1799.
Da questo giorno inizia il cammino verso l’impero, che nasce poi ufficialmente il 18 maggio 1804 quando il senato francese conferisce a Napoleone il titolo di Imperatore.

Il Bonaparte, non appena ristabilì il dominio francese nell’Italia settentrionale con la battaglia di Marengo (14 giugno 1800), pensò ad una riconciliazione della Francia con la S. Sede e, passando per Vercelli, s’incontrò con quell’arcivescovo il card. Carlo Filippo Martiniana, a cui manifestò il suo desiderio di trattare col pontefice per «fargli dono di 30 milioni di cattolici francesi». Si avviarono dunque le trattative e il 15 luglio 1801 fu stipulato il concordato.

La battaglia di MarengoNapoleone però strumentalizzava tutto in vista della sua grandezza. Intendeva accaparrarsi la simpatia dei cattolici francesi e nello stesso tempo prendeva nelle sue mani la direzione della Chiesa. Quest’ultimo traguardo pensò di raggiungerlo con i celebri Articoli organici, che furono approvati dall’assemblea legislativa francese il 2 aprile 1802, unitamente al concordato.
I suddetti articoli, in numero di 77, recepivano le dottrine gallicane e gianseniste e quindi praticamente esautoravano il Papa dal governo della Chiesa di Francia.

Il Papa naturalmente non li poteva accettare e quindi protestò. A questo contrasto di fondo si aggiunsero diversi altri episodi che esasperarono la situazione e così si giunse all’occupazione di Roma, effettuata il 2 febbraio 1808 dal generale Miollis.

L’anno appresso il 17 maggio 1809 Napoleone emise dal suo quartiere imperiale di Vienna il decreto di annessione dello Stato Pontificio all’impero di Francia.

NapoleoneRoma fu dichiarata seconda città dell’impero, ma, quando furono creati i due dipartimenti del Trasimeno e del Tevere, divenne il semplice capoluogo di una delle 130 province in cui era diviso l’impero napoleonico.

Lo stesso giorno in cui fu emesso il detto decreto di annessione fu nominata la Consulta Straordinaria presieduta dal Miollis. Questa iniziò subito il suo intenso lavoro. L'11 giugno 1809 nominò i «Commissari straordinari per correre le province» e cioè «i Signori Pascali di Frosinone, Lorenzo di Spoleto, ed Artoli».
Come direttore di polizia di Campagna e Marittima fu nominato Federico Zaccaleoni.

Col decreto del 15 luglio della stessa consulta fu creata una nuova divisione territoriale: «Art. 1 - Gli Stati Romani saranno divisi in Dipartimenti, e in Circondari Comunitativi; i Circondari in cantoni, e i cantoni in Comuni».

Frosinone faceva parte del Dipartimento del Tevere. I Dipartimenti erano retti dal Prefetto, segretario e consiglio dipartimentale; i circondari comunitativi erano amministrati da un viceprefetto e da un consiglio di 11 membri, che si riuniva ogni anno.

I municipi erano amministrati da un Maire, da due o più aggiunti e dal Consiglio Municipale nominati dall’Imperatore. «Sua maestà l'Imperatore e Re nomina i Maires, gli aggiunti, e i Consigli municipali di tutti i comuni di 5000 anime e al di sopra».

La prima volta però queste elezioni furono compiute dalla Consulta Straordinaria. Le cariche duravano 5 anni. Frosinone verso la fine del ‘700 faceva circa 7000 abitanti, quindi ebbe il privilegio di vedersi nominati gli amministratori da sua maestà l’imperatore. Ciò significa che, con l’annessione alla Francia, perdette il diritto di eleggerseli da sé.

In tal modo Napoleone, che era nato dalla rivoluzione francese e si riteneva erede delle sue idee democratiche, instaurò un regime centralizzato e assolutista, giacché poteva fare e disfare a suo arbitrio: «L’imperatore revoca ad arbitrio i Membri delle Amministrazioni Municipali». Non deve quindi far meraviglia quanto scrive il Minnocci nei riguardi del popolo di Frosinone: «Dopo la restaurazione esso tornò volentieri sotto il dominio dei Papi».

Però anche questo fu provvidenziale, perché accrebbe l’amore per la libertà. Frosinone dunque fu sede di circondario comunitativo ed ebbe come viceprefetto un certo Giuseppe Taurelli da Acquapendente, che era stato segretario del tribunato nella Repubblica Romana.

"LA FESTA DI S. NAPOLEONE"

Piuttosto che tentare la ricostruzione dei tempi dell’impero napoleonico, preferiamo mettere sotto l’occhio del lettore l’articolo del decreto della Consulta Straordinaria del 17 luglio 1809 con il quale venne istituita la festa di S. Napoleone da celebrarsi il 15 agosto, in luogo dell’Assunta:

«Art. 1 - Volendo secondare i voti della città di Roma, e fare spiccare la sua riconoscenza verso il più grande dei Principi nel luogo medesimo, che servì di sovente di trionfo ai suoi Eroi, ordina.

«1°) Li 15 agosto prossimo, la festa di S. Napoleone si celebrerà in Campidoglio coll’esecuzione di una sontuosa girandola».

I frusinati, che erano soliti celebrare da tanti secoli la festa titolare della chiesa madre di S. Maria avranno certamente avuto la percezione netta della natura del nuovo impero. Aveva ben ragione il nostro Luigi Angeloni, allora esule in Francia, di rifiutare i suoi servizi al sovrano assolutista.

Napoleone si imbarca per l'Elba

"La partenza di Napoleone per l'Isola d'Elba"

Padre Ignazio BARBAGALLO Agostiniano Scalzo

(FROSINONE - Lineamenti storici dalle origini ai nostri giorni)
- "Editrice Frusinate 1975"

Per le citazioni storiche, la bibliografia ed altro, si rimanda ad una consultazione diretta dell'opera.

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