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TERRA CIOCIARA: STORIA - URBANISTICA - FOLKLORE - AMBIENTE


IL NEOCLASSICISMO A FROSINONE

"GENEROSITA’ DEI FRUSINATI VERSO I RELIGIOSI E IL SANTUARIO"

Nello sfogliare le poche carte dell’archivio della Madonna della Neve si prova un senso di commozione quando s’incontrano gli elenchi dei frusinati che in diverse epoche vennero affettuosamente in aiuto dei religiosi nei momenti più difficili. Citiamo due casi:

1) In occasione dei restauri. La sottoscrizione che abbiamo trovato nel vecchio carteggio è senza data. Ma pensiamo che si tratti dei lavori che i religiosi dovettero eseguire tra il 1855 - 1856 giacché l’elenco degli offerenti è aperto dal Delegato L. Dialti che coprì la carica in quegli anni. I sottoscrittori sono 57 e rappresentano quasi tutte le famiglie frusinati.

E’ interessante sottolineare le espressioni usate nella lettera di appello. In essa è detto: «I Padri dimoranti nel V. convento della Madonna della Neve, considerando che la fondazione di detto convento ricorda... l’antica pietà dei cittadini di Frosinone», sono spinti a promuovere una pubblica colletta perché «Alla celebrità del nome per cui primeggià in Provincia la detta chiesa corrisponda l’esteriore adornamento».
Ancora una volta viene affermato che il santuario è il primo della Provincia.

2) In occasione dei danni prodotti da un fulmine. Però la commozione di cui sopra si esperimenta soprattutto nello scorrere la lunga sottoscrizione fatta nel 1869 da parte di tutti i frusinati.
Nel marzo del suddetto anno un fulmine si abbattè sul campanile del santuario, lo diroccò e produsse gravi danni alla chiesa e al convento.

I frusinati in quella circostanza ripeterono il pronto magnifico gesto che avevano compiuto dieci anni prima dopo il furto delle corone della Madonna e del Bambino.

Abbiamo una sottoscrizione di 97 nominativi. L’elenco è aperto dal Comune che donò L. 161,25 e chiuso dall’abbazia di Trisulti che offrì L. 25.
Vi figurano moralmente tutti i frusinati. Vi sono anche nominativi di forestieri. Per non fare torto a nessuno dovremmo riferire la lunga lista, ma il dovere di non appesantire la narrazione ce lo vieta.

DURANTE LA SOPPRESSIONE

L’epopea risorgimentale italiana fu segnata da spirito anticlericale a causa di fattori che qui non è il luogo di ricordare. Pertanto, ultimata l’unificazione d’Italia con la presa di Roma del 20 settembre 1870, la legge di soppressione delle corporazioni del 7 luglio 1866 fu estesa alla capitale e alle province ultime occupate.

Il 19 giugno 1873 fu soppresso il convento della Madonna della Neve e ceduto dal Demanio al Comune con atti presso Notaio Cesare Troccoli del 18 aprile 1877 e 16 marzo 1878.
Il Comune in un primo momento l’affittò al «Comizio Agrario» e poi, per lo spazio di 18 anni, all’Istituto della Sacra Famiglia rappresentato dai sigg. cavv. Francesco Ardizzone e Nicola Marcone, per un canone annuo di L. 380.

Trascorsi 18 anni, nel 1905 fu rinnovato l’affitto al medesimo istituto. Esso nel 1936 lasciò i locali perchè, a seguito di una ispezione, furono dichiarati non agibili per lo scopo perseguito dall’Istituto educativo.

Da questo momento inizia la vita ancora attuale del convento e del santuario. Di ciò tratteremo nel capitolo seguente. Per il momento fermiamoci a ricordare qualche episodio accaduto nell’arco di tempo che va dalla detta soppressione dei religiosi (19 giugno 1873) all’erezione della parrocchia del 12 aprile 1936.

Quando avvenne lo scioglimento della comunità dei frati era superiore Padre Felice Liverani da San Sisto (Collepardo 5 agosto 1827 - Frosinone 18 febbraio 1878). Poiché la chiesa, divenuta proprietà del Comune, per disposizione del Ministero, doveva restare aperta al culto, egli vi fu nominato cappellano.
Inoltre ebbe conferita la cappellania e la direzione del cimitero.

I religiosi invece che formavano la comunità e che non rientrarono ai loro paesi di origine, presero in affitto una casa presso la chiesa di S. Elisabetta.
Provvidero all’arredamento delle loro rispettive abitazioni ricomprando gli arredi conventuali messi all’asta dal governo e per cui il 3 marzo 1874 ebbero l’autorizzazione del vescovo.

Morto il Padre Felice il 18 febbraio 1878 gli successe in entrambe le cappellanie il Padre Eugenio Rossini da San Felice (Roccasecca 3 luglio 1837 - Frosinone 17 aprile 1904), che era rimasto vicino al suo predecessore.

Il Padre Eugenio ebbe ad esperimentare la vigilanza poliziesca di certi anticlericali che stavano all’amministrazione comunale.

Infatti per riferire qualche cosa, una volta il sindaco Dori aveva saputo che nelle tre stanze concesse al Cappellano c’era andato qualcuno degli ex frati ed allora il 7 ottobre 1896 scrive al Padre Rossini: «La Giunta Municipale nel Congresso del giorno 5 corrente ottobre deliberò di tenere libero il locale... perché questo Municipio non può non dare esecuzione alle disposizioni governative diversamente correrebbe il pericolo di perdere anche il diritto alla cessione, che gli venne fatta dal Governo del locale suddetto.

La invito quindi a licenziare immediatamente tutte quelle persone che abusivamente si trovano ad abitare il convento».

Ce n’è poi un’altra che sa di inumanità: «E’ assolutamente necessario provvedere per l’alloggio dell’ufficiale.
In caso che tu non potessi fornire una camera con letto dovrai uscirne dal tuo appartamento consegnandolo alla Guardia che provvederà al mobilio.
Questi sono ordini della Giunta
».

Non ci è possibile tracciare un profilo biografico del Padre Rossini. Ricorderemo che egli celebrò nel 1894 il II centenario della consacrazione del santuario come richiedevano i tempi e le altre circostanze.
Qualche mese prima della festa del 5 agosto, pensò di far giungere a Leone XIII un bel quadro della Madonna e una copia della storia del santuario rilegata in raso.

Difatti il giorno stesso della Madonna della Neve Mons. Marzolini presentò il dono al Papa.
Il nominato Monsignore, scrivendo il 16 dello stesso mese al fratello di Leone XIII, Ludovico Pecci, comunicava la notizia in questi termini «La prego di far sapere al Padre Eugenio superiore degli Agostiniani di Frosinone che il giorno stesso della Madonna della Neve presentai in di lui nome al Santo Padre il quadro della Madonna che si venera nel santuario di detta città colla relativa storia, oggetti che furono portati dall’egregio Sig. Cav. Marini, e che il Santo Padre gradì il pensiero del sullodato religioso al quale invia l’apostolica benedizione, insieme al domandato ostensorio per la chiesa del detto santuario».

Il Padre Rossini per la circostanza fece anche stampare le immaginette ricordo. Lo rileviamo da una lettera di Ludovico Pecci: «Hai fatto benissimo a fare stampare sopra le immaginette: Ricordo del III centenario, Desidererei averne una altra diecina».

Si riferisce allo stesso anno 1894 un elenco di benefattori del santuario scritto di mano dallo stesso Padre Rossini.

Pentole in terracotta utilizzate in cucina dalle nostre nonne; utilizzate oggi come contenitoti per fiori - Frosinone

Padre Ignazio BARBAGALLO Agostiniano Scalzo

(FROSINONE - Lineamenti storici dalle origini ai nostri giorni)
- "Editrice Frusinate 1975"

Per le citazioni storiche, la bibliografia ed altro, si rimanda ad una consultazione diretta dell'opera.

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