Script per monitoraggio pagine menu ciociaria

TERRA CIOCIARA: STORIA - URBANISTICA - FOLKLORE - AMBIENTE


LA CONVERSIONE AL CRISTIANESIMO

"COME E QUANDO FROSINONE DIVENTO' CRISTIANO"

Le antiche tradizioni delle città ciociare affermano che la fede in Cristo fu loro predicata da S. Pietro.

Però non si può affermare nulla con certezza circa il tempo e il modo in cui Frosinone abbracciò il cristianesimo.

Ciò vale, non solo per la nostra città, ma anche per la regione ciociara. «Nessuno scrittore antico ha narrato le origini del cristianesimo nel Lazio... Nessuna vita di vescovi del Lazio dei secc. IV - VII ci è stata tramandata».

Anche per la storia cristiana si è verificato quanto era avvenuto per la storia profana. Come nel mondo romano la letteratura in genere incomincia 500 anni dopo la fondazione di Roma con Livio Andronico e Appio Claudio, così nel mondo cristiano laziale, se si eccettuano gli Atti dei Martiri e Le Passioni, la documentazione storica inizia con il Liber Pontificalis, - (immagine a sinistra) - la cui prima parte, nella redazione attuale, risale ai tempi del papa frusinate S. Silverio (536 - 538).

Ma anche gli eventi che non trovano una documentazione storica diretta, in molti casi ricevono forte sostegno da quella indiretta. Così è per la conversione di Frosinone dal paganesimo al cristianesimo, che certamente non è avvenuta di colpo.

Prima di dare la parola agli specialisti in materia, non dispiaccia ricordare certe tradizioni locali. Esse hanno un fondamento storico. La maggior parte delle sedi vescovili della nostra regione fanno risalire la loro origine a S. Pietro. Così si djce per Veroli, Alatri, Ferentino, Anagni. Ciò però non è storicamente provato, anzi, se si vuole, può escludersi. Tuttavia la tradizione ha un suo fondamento scientificamente certo. Ascoltiamo qualche studioso di una autorità fuori eccezione: « La chiesa romana, dalla vita interna così ricca, in questo primo secolo della sua storia divenne necessariamente un centro di irradiazione cristiana... La chiesa romana ha dovuto far sentire presto la sua azione evangelizzatrice nelle regioni a lei più vicine. Però non sappiamo nulla di preciso».

Interpelliamo qualche altra autorità, forse maggiore: «Nel resto dell’Italia la propagazione del cristianesimo è avvenuta per irradiazione da alcuni centri principali, specialmente da Roma. Su questa prima diffusione, che procedette generalmente seguendo il corso delle vie militari e commerciali, siamo quasi completameute privi di notizie storicamente accertate. Le molte leggende posteriori che tentano di collegare l’origine delle diverse chiese con i tempi apostolici si rifanno regolarmente a S. Pietro o ai suoi discepoli, non ad altri apostoli. La diffusione ebbe un’intensità maggiore nell’Italia media e inferiore, dove si ebbe presto una densa fioritura di sedi vescovili anche in centri minori».

Questa affermazione è il frutto di tre generazioni di studiosi (Funk - Bihlmeyer - Tuechle).

Noi sappiamo che l’annunzio del cristianesimo veniva compiuto sulla falsariga dell’organizzazione della vita civile. L’Italia allora era divisa in due Vicariati. Uno di questi faceva capo a Roma e abbracciava tutta l’Italia centro - meridionale. I Vicariati poi erano divisi in prefetture. Al prefetto dell’urbe spettava la giurisdizione fino alla Canipagna romana, ossia su tutto il territorio, che nel sec. VIII fu chiamato ducato romano. Quindi la Ciociaria faceva parte della prefettura dell’urbe. Ma poiché la predicazione del vangelo e l’organizzazione della Chiesa si adattava alle strutture della società, il Papa, che era vescovo di Roma, esercitava in maniera speciale il suo ministero nella città e nel territorio della prefettura e quindi anche nella Ciociaria. Non lo esercitava direttamente, ma per mezzo di vescovi inviati da lui e dipendenti da lui. Così avevano fatto gli Apostoli e così continuarono a fare i primi papi.

Ciò lo vedremo meglio nel paragrafo seguente. Per il momento ci basti sapere e sottolineare che il cristianesimo fu introdotto nelle nostre contrade per opera diretta della Chiesa di Roma. Ciò spiega il perché le leggende locali ne facciano risalire l’origine a S. Pietro.

In quanto poi al principe degli apostoli bisogna ricordare che egli verso il 42 dopo Cristo si è allontanato dalla Palestina ed è venuto a Roma. Ciò è affermato dalla tradizione, che si aggancia a quello che scrive il libro degli Atti degli Apostoli: «Quindi (Pietro) uscì e se ne andò in un altro luogo». Quest’altro luogo è proprio Roma. Pertanto, venuto nella capitale dell’impero, S. Pietro vi gettò le basi della Chiesa cristiana e ne fece un centro di irradiazione, «seguendo - come scrivono i tre citati autori tedeschi - il corso delle vie militari e commerciali». Nel 57 - 58 S. Paolo scriveva ai Romani: «la vostra fede è magnificata in tutto il mondo». Quindi anche nel Lazio.

Non sono dunque senza fondamento le tradizioni locali, sopra accennate, sull’origine del cristianesimo nella Ciociaria.

Frosinone però non ha in merito una sua tradizione. Ciò si spiega perché la sua primitiva sede vescovile, solo pastorale e non giuridica, non sopravvisse nei secoli, come sopravvissero quelle delle altre città ciociare.

Però avrebbe alcuni addentellati per inserirsi nell’alveo di dette leggende. Infatti nel ‘700 si parlò molto dell’origine petriana di Frosinone.

Uno di questi addentellati è il seguente. Esiste a Frosinone il colle S. Pietro. Su di esso anticamente vi era una chiesa di proprietà della basilica di S. Pietro in Roma. Tale possesso, come vedremo in seguito, si perde nel buio dei primi secoli del cristianesimo. Rimonta forse all’epoca delle pseudo - donazioni costantiniane. Potrebbe anche darsi che sia anteriore e si riallacci ai tempi precostantiniani, all’epoca in cui «dalla fine del 2° secolo le comunità cristiane come tali, segnatamente Roma, poterono acquistare e possedere terreni per cimiteri e per l’erezione di edifici di culto».

Ci piace poi fare un accostamento ideale tra due eventi storici.

Abbiamo già dimostrato che Frosinone fu elevato a Colonia militare ai tempi dell’imperatore Claudio (41 -54). Dall’altra parte «secondo la tradizione in voga dal 4° secolo in poi (Catalogo dei papi del 354, S. Girolamo), Pietro abitò a Roma 25 anni, dal 42 al 67». Però la comunità cristiana si era formata prima della venuta di S. Pietro, ad opera di quei pellegrini romani che, secondo gli Atti degli Apostoli, erano stati presenti a Gerusalemme al prodigio della Pentecoste.

Sappiamo inoltre, da quanto leggiamo in alcuni scritti neotestamentari, che il vangelo penetrò presto nel pretorio e nella casa di Cesare. Possiamo quindi ipotizzare che tra i primi coloni militari venuti a Frosinone, ci siano stati dei cristiani che abbiano conosciuto S. Pietro. Il primo pagano da questi battezzato fu un soldato, il centurione Cornelio. Sono ipotesi. Però non sono campate in aria. Comunque, ci pare di dovere sottoscrivere a quanto è stato autorevolmente affermato dai precedenti studiosi: «La religione cristiana fu abbracciata dai frusinati nei primi tempi della Chiesa, per cui non tardò la città a sollevarsi con onori e preminenze, che gli derivarono dalla nuova religione».

Gli onori e le preminenze a cui si fa cenno si riferiscono ai due pontefici frusinati S. Ormisda e S. Silverio, di cui parleremo a suo luogo.

Padre Ignazio BARBAGALLO Agostiniano Scalzo

(FROSINONE - Lineamenti storici dalle origini ai nostri giorni)
- "Editrice Frusinate 1975"

Per le citazioni storiche, la bibliografia ed altro, si rimanda ad una consultazione diretta dell'opera.

INIZIO PAGINA