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IL SANTUARIO, FRA ARTE, FEDE E LINEAMENTI STORICI


LA CRISI ECONOMICA
DELLO STATO PONTIFICIO NELLA SECONDA META’ DEL SEC. XVIII

Questo argomento non interessa direttamente la nostra storia. Tuttavia ci aiuterà a valutare meglio la tabella catastale del comune che riprodurremo nel paragrafo seguente. Inoltre ci farà trovare una certa analogia con la recessione economica che stiamo esperimentando.

Non c’è manuale di storia che non parli della grave situazione economica in cui venne a trovarsi lo Stato Pontificio nella seconda metà del sec. XVIII. Per lo più quale causa di tanta crisi si considera la cattiva amministrazione, che allora era gestita dagli ecclesiastici.

(Foto - piccole invenzioni: particolare di una cerniera)

Si deve però aggiungere che questo fu effetto dell’isolamento in cui venne a trovarsi lo Stato Pontificio con lo sviluppo della politica delle nazioni, prima, e della egemonia economica, poi, nel quale campo la Chiesa non poteva competere. Comunque qui ci piace far conoscere al lettore la diagnosi che fu compiuta dagli studi di quell’epoca. La sunteggiamo in quattro punti e con le stesse parole ufficiali.

1) «La disgrazia di reiterate guerre, inondazioni, carestie e sospetti di peste... in occasione delle quali sono state necessitate le comunità e i sudditi di questo stato a contrarre e a far debiti con i forastieri di Luoghi di Monte, Vacabili, Censi, Cambi, Feudi e Tenute che ora si veggono in proprietà dei forastieri medesimi... che formano il debito di venti milioni di scudi. Un tal debito non si aveva nel secolo passato». Quello che oggi chiamiamo dislivello della bilancia dei pagamenti.

2) «Ad altra disgrazia anco maggiore soccombe questo Principato, voluta dai sudditi coll’effrenato lusso, in cui miseramente si sono immersi... e ciò non solamente nel vestire, ma altresì nelle suppellettili, e massime negli argenti... con ragione si può asserire che parte del lusso, e parte le disgrazie di cinquantanni sorpassi quello, che possa essere succeduto in due secoli passati».

Quindi oltre le sventure naturali e le rovine delle guerre, c’era anche il fenomeno che oggi chiamiamo consumismo esagerato.

3) «Salvo la città di Roma, per tutto il rimanente dello Stato, il traffico è il balia dei forestieri». Ciò, come è spiegato, anche perché i prezzi delle merci importate erano più bassi di quelli interni.
Né più né méno, come succede ai nostri giorni.

4) «Per i generi affatto soverchi che s’introducono... Per lo sbilancio tra le entrate e le uscite».

A chiarire l’espressione del primo dei numeri elencati dove si parla di sospetto di peste, dobbiamo ricordare che nel 1764 a Frosinone ci fu un’epidemia che portò lo sgomento.

In tale circostanza Clemente XIII, nipote del gi ricordato Monsignore Abbondio Rezzonico che volle essere sepolto nella chiesa della Madonna della Neve, «accorse con provvidi ed opportuni aiuti», ed allora «grati i frosinonesi alle sue beneficenze celebrarono un triduo solenne per la di lui conservazione, e dopo la Messa cantata ne celebrò le gesta con orazione elegante Orazio Balserani».

Padre Ignazio BARBAGALLO Agostiniano Scalzo

(FROSINONE - Lineamenti storici dalle origini ai nostri giorni)
- "Editrice Frusinate 1975"

Per le citazioni storiche, la bibliografia ed altro, si rimanda ad una consultazione diretta dell'opera.

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