Script per monitoraggio pagine menu ciociaria

TERRA CIOCIARA: STORIA - URBANISTICA - FOLKLORE - AMBIENTE


NELL'ANTICHITA' PRECRISTIANA

"BELLATOR FRUSINO"

Questo onorifico titolo fu dato al Frusino della seconda guerra punica dal cantore epico di essa, Silio Italico.

Non bisogna per questo credere che l'appellativo abbia valore esclusivamente poetico. Il cantore della seconda guerra punica si accinse a comporre il suo poema solo «dopo aver lungo studiato le opere storiche... Trascorrendo la vita tra libri e biblioteche».

L'appellativo quindi è stato meditato a lungo. Del resto per convincersi che esso veramente rispecchi il carattere dell'antico Frusino, basta riflettere a una circostanza. Il poeta «letterato» nomina due volte Frosinone e tutte e due le volte gli dà lo stesso titolo.
Una volta lo chiama bellator e un'altra non imbellis, che è un'espressione sinonimica. Ciò vuol dire che i frusinati di quell'epoca meritavano realmente la qualifica che il poeta storico loro attribuisce. Il termine fa giustizia della pesante umiliazione in cui Frosinone fu tenuto fino alla seconda guerra punica.

In quel momento così grave e difficile per Roma, Frosinone seppe compiere eroicamente il suo dovere. Alla battaglia di Canne «la sua gioventù accorse lasciando il pesante aratro». Dopo qualche anno, nella primavera del 211 «Annibale - scrive Tito Livio - con maggiore rabbia, dopo aver saccheggiato le campagne di Fregelle, dato che i ponti erano rotti, passa per le terre di Frosinone, Ferentino, Anagni e giunge nell'agro di Labico».

Naturalmente in quella circostanza ebbe a subire le davastazioni dell'acerrimo nemico di Roma.

«Annibale - scrive Silio Italico - si dirige sulle dure cime e sulle forti rocce nelle quali è arroccato il bellicoso Frosinone».

Dalla biografia del cantore della seconda guerra punica sappiamo che egli si recava spesso nella Campania e passava per la via Latina. Dunque conosceva direttamente Frosinone. La sua testimonianza pertanto ha un grande valore. Se la nostra città davanti al terribile cartaginese seppe dar prova delle sue virtù romane, dobbiamo affermare che riscattò se stessa e fece dimenticare l'stigazione contro Roma compiuta circa un secolo avanti.

Forse da questa data cominciò a godere di maggiore autonomia. Gli studiosi sono concordi nell'affermare che Frosinone godè di libertà municipale prima della fine della repubblica. Non sanno però determinarne la data. La Treccani afferma: «Ebbe dopo la guerra sociale, se non prima, i pieni diritti municipali».

Che li abbia avuti alla fine della guerra sociale non si può mettere in dubbio, perchè in quella circostanza furono estesi a tutta l'Italia.

Sembrerebbe che ci sia una obiezione a questa affermazione. Sappiamo infatti che Festo l'elenca tra le prefetture. L'opera di detto autore bisogna collocarla nel I secolo dopo Cristo, quindi fino a quell'epoca non ebbe le libertà municipali.

La difficoltà però non sussiste. Sappiamo che «alcune prefetture possedevano più gran privilegi che altre», anzi, che alcuni municipi ci tenevano a chiamarsi prefetture, forse per meglio evidenziare il loro stretto legame con la città madre.

Il De Ruggiero scrive: «Più tardi, forse già nel secolo VI (di Roma), acquistò i diritti politici». Possiamo dunque ritenere che Frosinone, dopo la seconda guerra punica, acquistando il titolo di «bellator», acquistò anche il suo ruolo di municipio romano.

Il Colasanti è dell'opinione che a Frosinone prima dei duuinviri, ossia prima di essere colonia, ci fossero o i praetores o censores.
L'ipotesi conferma quanto gli scrittori affermano in forme diverse, che cioè a quell'epoca Frosinone migliorò la sua condizione politica.

Padre Ignazio BARBAGALLO Agostiniano Scalzo

(FROSINONE - Lineamenti storici dalle origini ai nostri giorni)
- "Editrice Frusinate 1975"

Per le citazioni storiche, la bibliografia ed altro, si rimanda ad una consultazione diretta dell'opera.

INIZIO PAGINA