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TERRA CIOCIARA: STORIA - URBANISTICA - FOLKLORE - AMBIENTE


IL SECOLO DECIMOTERZO

"ELEGIA IN MORTE DI UN RETTORE DEL '400"

Vogliamo chiudere questo capitolo presentando al lettore i versi che si riferiscono a Frosinone in una elegia composta nella seconda metà del secolo XV in morte di un rettore di Campagna e Marittima.

Prima però amiamo far conoscere qualche documento di questo secolo che testimonia la presenza a Frosinone del rettore della provincia. Lo facciamo anche per le altre notizie che vi si contengono. Eccone uno dal quale si rileva che nella rocca di Frosinone c’era un’aula dipinta.

Il 21 marzo 1424 «Stefano de Branchis commissario generale di Martino V in Campagna, in base ai privilegi ed ai contratti di casa Caetani, con sentenza, esime dal focatico Giacomo, Petruccio e Onorato Caetani di Filettino, nonché Benedetto, Onorato e Libero Caetani Palatini e gli abitanti di Filettino, Vallepietra, Torre Caetani, Trevi e Pofi». Sentenza emessa «nella rocca di Frosinone cioè nella sala dipinta sedendo in tribunale... testi... Angelo da Frosinone».

La prima volta che si legge «in sala picta».

Il seguente documento invece oltre a confermare quanto si è detto sulla sede del rettore ci dà una notizia che ci fa capire l’origine monastica della chiesa di S. Lucia.

Il 1° luglio 1429 «Giovanni de Carapellis, rettore e tesoriere di Campagna, conferma l’esenzione dalla tassa del focatico a Giacomo, Petruccio e Onorato Caetani di Filettino, ecc.».

«Atti compiuti nella rocca di Frosinone... testi... e l’abate Angelo di S. Lucia di Frosinone».

Il 14 luglio 1457 «Bartolomeo Pieri, luogotenente del governatore di Campagna e Marittima, scrive da Frosinone a Francesco Gattola di Gaeta, podestà e giudice di Anagni, perché in conformità alla dichiarazione degli uditori del governatore stesso e al breve di Callisto III, decida se spetti a Bonifacio Caetani Palatino l’eredità di tal Giovanni Brancaccio».

Si noti il nuovo titolo del capo della provincia: non più rettore, ma governatore.

Ed ora un documento riguardante una porzione del territorio frusinate e ferentinese. Il 5 luglio 1458 «Gaspare da Teano, uditore apostolico, ad istanza di Nardello, Antonio e Angelella Caetani, figli di Facio (Fazio) Caetani di Frosinone, chiude una lunga vertenza con scomunica contro Giovanni Conti, arcivescovo di Conza che, insieme ai fratelli, aveva usurpato loro la metà della tenuta del castello diruto di Lice, detto Selvamolle» (oggi Selva dei Muli).

Giovanni sulpizio poeta verolanoL’invasione ed occupazione era stata compiuta nel 1437 dai fratelli Alto e Grato Conti, signori di Valmontone. La sentenza fu emessa da Roma. Il lettore noterà da sé l’importanza di questa notizia.

Ma andiamo finalmente agli annunziati versi rivolti a Frosinone per la morte di uno dei migliori rettori che vi siano stati.

L’autore di questa elegia in versi latini è l’umanista verulano Giovanni Antonio Sulpizio (1430? - 1504?). E’ intitolata «Campaniae fletus» perché il poeta invita tutti i centri della provincia di Campagna a piangere la morte del rettore, l’Abate perugino. La prima parte non è che un elogio di questo individuo che egli paragona a Licurgo e a Numa Pompilio, affermando che sotto il suo governo era ritornata l’età dell’oro «qui modo Campanis dedit aurea saecula terris».

Poi si rivolge alle città della provincia. Si dirige in primo luogo e più lungamente a Frosinone e le dice:

Su, piangi, o dolce Frosinone, i
tuoi fati avversi: Infatti essi
ti negano colui che tu desideravi
avere governatore per molti anni;
aspergi di viole e di rose e bacia
dove posò i piedi.
E tu, piccolo (fiume) Cosa scorri
mesto con le tue onde, tu che eri
solito con le tue acque fresche
lavarne le belle membra e offrire
pesciolini alla rete nella calda
estate.

Non aggiungiamo altro. Ci piace però sottolineare e chiudere col titolo che questo poeta verulano chiama Frosinone: «Dulcis Frusino». Forse anche per questo i rettori della provincia la scelsero come loro sede. Non si può negare infatti che, oltre a trovarsi al centro di Campagna e Marittima, sia anche una «dolce» dimora.

Padre Ignazio BARBAGALLO Agostiniano Scalzo

(FROSINONE - Lineamenti storici dalle origini ai nostri giorni)
- "Editrice Frusinate 1975"

Per le citazioni storiche, la bibliografia ed altro, si rimanda ad una consultazione diretta dell'opera.

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