LA LITURGIA - LA PASTORALE - L'INSEGNAMENTO

Solenne Triduo in preparazione alla festa della Conversione del Santo Padre Agostino
- ore 21,00 prima sera -


"Ormai te solo amo, te solo seguo, te solo evoco
e sono disposto ad essere soggetto a te soltanto"


CONVERSIONE, L’ORA DI DIO - (Commento del sacerdote)

(Lettore) - Iniziamo il Triduo in preparazione alla Conversione di S. Agostino proponendo una pagina delle Confessioni, e precisamente il capitolo 12° del libro VIII, dove Agostino ha descritto le ultime battute del suo cammino di conversione.
I rilievi che questo testo suggerisce sono numerosi. Fa spicco il tema dell’«ora», «l’ora di Dio», in cui Cristo irruppe nella vita di Agostino, ed Agostino, finalmente, si lasciò convertire.
Era un giorno di estate del 386 a Milano nel suo giardino di casa.

Preghiamo:

(1° Coro di voci) - Signore, medico della mia intimità, spiegami chiaramente i frutti della mia opera.

(2° Coro di voci) - Le confessioni dei miei errori passati, da te rimessi e velati per farmi godere la tua beatitudine dopo la trasformazione della mia anima mediante la tua fede e il tuo sacramento, spronano il cuore del lettore e dell’ascoltatore a non assopirsi nella disperazione, a non dire: “Non posso”; a vegliare invece nell’amore della tua misericordia, nella dolcezza della tua grazia, forza di tutti i deboli divenuti per essa consapevoli della propria debolezza.

(1° Coro di voci) - I buoni:, poi, godono all’udire i mali passati di chi ormai se ne è liberato, godono non già per i mali, ma perché sono passati e non sono più. (Conf. X,3,4)

IL CONTESTO IMMEDIATO DEL CAPITOLO 12 - (Commento del sacerdote)

(Lettore) - Agostino ha iniziato questo libro informandoci che la sua conversione, per quanto concerne l’aspetto intellettuale, può ritenersi risolta; non così invece per quanto riguarda l’aspetto morale:

(1° Coro di voci) - Penetrate stabilmente nelle mie viscere le tue parole, da te assediato d’ogni parte, possedevo la certezza della tua vita eterna...

(2° Coro di voci) Non desideravo acquistare ormai una maggiore certezza di te, quanto piuttosto una maggiore stabilità in te.

(1° Coro di voci) Senonché dalla parte della mia vita terrena tutto vacillava, e bisognava ripulirmi il cuore dal fermento vecchio. - (Conf VIII,1,1).

(Lettore) - Per superare le ultime sacche di resistenza di questo aspetto morale, decise di far visita al santo vegliardo Simpliciano. Questi lo accolse paternamente e, intuendone il travaglio, gli raccontò la conversione del celebre filosofo Vittorino.
Agostino rimase scosso; scrive testualmente: mi sentii ardere dal desiderio d’imitarlo.
Seguì poi la visita, inattesa di un suo compatriota, ufficiale al palazzo imperiale, un certo Ponticiano. Durante la conversazione, questi, fra le altre cose, gli raccontò la vita di S. Antonio Abate, dei monaci e della perentoria decisione di alcuni ufficiali del palazzo di porsi immediatamente al servizio di Cristo, lasciando l’imperatore.
Per Agostino questo racconto fu un altro duro colpo che scatenò una furiosa lotta interiore nel suo animo.

(1° Coro di voci) Mi precipito da Alipio esclamando: “Cosa facciamo? Cosa significa quanto hai udito?

(2° Coro di voci) Alcuni indotti si alzano e rapiscono il cielo, mentre noi con tutta la nostra dottrina insensata, ecco dove ci avvoltoliamo, nella carne e nel sangue.

(Lettore) - Fu a questo punto che Agostino si portò nel giardino, per sentirsi più libero nella sua lotta interiore:

(1° Coro di voci) Annesso alla nostra abitazione era un modesto giardinetto, che usavamo come il resto della casa, poiché il nostro ospite, padrone della casa, non l’abitava.

(2° Coro di voci) Là mi sospinse il tumulto del cuore. Nessuno avrebbe potuto arrestarvi il focoso litigio che avevo ingaggiato con me stesso e di cui tu conoscevi l’esito, io no.

(1° Coro di voci) Io insanivo soltanto, per rinsavire, e morivo, per vivere, consapevole del male che ero e inconsapevole del bene che presto sarei stato. Mi ritirai dunque nel giardino, e Alipio dietro, passo per passo...

(Lettore) - Il racconto prosegue:

(1° Coro di voci) Sedemmo il più lontano possibile dall’edificio. Io fremevo nello spirito, sdegnato del più torbido sdegno perché non andavo verso la tua volontà e la tua alleanza, Dio mio, verso le quali tutte le mie ossa gridavano che si dovesse andare... (Conf VIII, 8,19).

(2° Coro di voci) Ammalato nello spirito di questa malattia, mi tormentavo fra le accuse che mi rivolgevo da solo, assai più aspre del solito, e i rigiri e le convulsioni entro la mia catena, che ancora non si spezzava del tutto, che sottile ormai mi teneva, ma pure mi teneva.

(Lettore) - Ecco, è nel contesto di questa vibrante descrizione della lotta scatenatasi nel suo animo, che si inserisce il capitolo 12: il capitolo della conversione.

AGOSTINO SI PONE IL PROBLEMA DELL'ORA - (Commento del sacerdote)

(Lettore) - Adesso la situazione sembra capovolgersi. In un estremo tentativo di liberazione, Agostino si pone finalmente quel problema che sempre aveva tentato di affrontare: il problema dell’ora, del presente, dell’oggi- Perché non subito, perché non in quest’ora la fine della mia vergogna? (Conf. VIII 12,28).
Egli ha capito che non basta voler fare il bene, volersi Convertire; bisogna volerlo subito, in quest’istante, ora, respingendo la voce corvina della tentazione che, gracchiando ma ammaliando, sollecita a rinviare a dopo, cioè a mai, la decisione.
Questa perentoria presa di posizione é passo determinante nel cammino di conversione. Agostino l’assume. Ma l’«ora» sembra che non scocchi: Così parlavo e piangevo nell’amarezza sconfinata del mio cuore affranto (Conf VIII, 12,29).
Cosa lo trattiene ulteriormente? Forse un antico vizio: quello di ritenersi attore principale della sua conversione. In questo dramma interiore che lo consuma, sembra che Agostino senta pesare ancora sulle sue sole spalle tutto il peso del suo rinnovamento spirituale.
In quel giardino Agostino ha ancora la sensazione di essere arrivato lui per primo all’appuntamento con Dio. Ma... una voce viene improvvisamente a distoglierlo da questo pernicioso atteggiamento...

"PRENDI E LEGGI" - (Commento del sacerdote)

(1° Coro di voci) A un tratto dalla casa vicina mi giunge una voce, come di fanciullo o fanciulla, non so, che diceva cantando e ripetendo più volte: “Prendi e leggi, prendi e leggi”.

(2° Coro di voci) Mutai d’aspetto all’istante e cominciai a riflettere con la massima cura se fosse una cantilena usata in qualche gioco di ragazzi, ma non ricordavo affatto di averla udita da nessuna parte.

(1° Coro di voci) Arginata la piena delle lacrime, mi alzai. L ‘unica interpretazione possibile era per me che si trattasse di un comando divino ad aprire il libro e a leggere il primo verso che vi avrei trovato (Conf VIII, 12,29).

(Lettore) - L'«ora» sta per scoccare. Agostino ha già compreso e deciso che deve fare subito; adesso, attraverso questa voce inconsueta, diviene certo che nel giardino un Altro lo ha già preceduto e lo attende. La voce è un comando divino!

SUONA L'ORA DELLA CONVERSIONE: IL GRIDO DI CRISTO, LA PRONTA RISPOSTA DI AGOSTINO - (Commento del sacerdote)

(1° Coro di voci) - Diceva: “Non nelle crapule e nell’ebrezze, non negli amplessi e nelle impudicizie, non nelle contese e nelle invidie, ma rivestitevi del Signore Gesù Cristo e non assecondate la carne nelle sue concupiscenze” (Rom. 13,13-14).

(2° Coro di voci) - Non volli leggere oltre, né mi occorreva. Appena terminata infatti la lettura di questa frase, una luce, quasi, di certezza penetrò nel mio cuore e tutte le tenebre del dubbio si dissiparono.

(Lettore) - Fu l’ultimo atto dell’«ora» di Dio e di Agostino. Nello spazio di pochi secondi - quanti ne occorrono per leggere la frase paolina della lettera ai Romani - arrivava a compimento tutto un lungo Cammino di preparazione e di conversione.
Agostino decise: per sempre di Cristo, a tempo pieno, con radicalità, senza indugi e mezze misure! in quel giorno d’estate del 386 scoccava un'«ora» storica per Agostino e per la Chiesa.
Un'«ora», che è certamente dono dell’amore di Dio, da una parte, e conquista della docilità di Agostino, dall’altra.
Tutto è stato pilotato dalla mano provvidente di Dio e tutto è stato accolto dal cuore umanissimo di Agostino.
Cristo continuò a tuonare alle orecchie di Agostino; Agostino, finalmente, si lasciò sfondare i timpani. Cristo lo raggiunse e lo convertì; Agostino si lasciò raggiungere e convertire:

(Coro di voci) - Mi chiamasti, e il tuo grido sfondò la mia sordità; balenasti, e il tuo splendore dissipò la mia cecità; diffondesti la tua fragranza, e respirai e anelo verso di te, gustai e ho fame e sete; mi toccasti, e arsi di desiderio della tua pace (Conf X,2 7,38).

(Lettore) - Come per Agostino, così per ciascuno di noi scocca l’«ora». Perciò ci ammonisce il Santo: Ascolta tu pure: è il Verbo stesso che ti grida di tornare (Conf IV 11,16).

PREGHIERA DEI FEDELI

Signore, ovunque mi volto vedo te e sento la tua voce che mi grida che è giunta l’«ora» della mia conversione.
Tento ancora di sfuggirti; ma tu non mi dai tregua. Mi assedi da ogni parte, raddoppi con severa misericordia le sferzate del tuo amore.
E una prova di forza, Signore! Chi vincerà? Se vincerò io, sarò sconfitto.
E allora ti prego, Signore, vincimi tu, perché anch’io risulti vittorioso. Vincimi subito.
Non trascinare all’ultimo round la tua vittoria.
Oggi stesso, ora, subito, perché, ti assicuro che sono proprio deciso: anch’io, con Agostino, voglio finalmente ripeterti:

(Coro di voci) - Ormai te solo amo, te solo seguo, te solo evoco e sono disposto ad essere soggetto a te soltanto.

Forse indugerò ancora e continuerò ad arrivare in ritardo al tuo appuntamento; pazientami ancora, perché, ti do la mia parola, Signore:

(Coro di voci) Ormai te solo amo, te solo seguo, te solo evoco e sono disposto ad essere soggetto a te soltanto.

Forse la volontà di vivere intensamente e fedelmente la mia ora, e di non rinviare a domani la mia conversione, verrà scossa dai miei soliti cinque minuti; tu però, Signore, tieni conto di questa mia assicurazione:

(Coro di voci) Ormai te solo amo, te solo seguo, te solo evoco e sono disposto ad essere soggetto a te soltanto.

Forse mi sarà difficile venirti sempre dietro; ma Signore sorretto dalla tua misericordia:

(Coro di voci) Ormai te solo amo, te solo seguo, te solo evoco e sono disposto ad essere soggetto a te soltanto.

Forse qualche volta penserò di essere arrivato io per primo all’appuntamento; tu però, Signore, non tener conto della mia presunzione, ma sostienimi perché con umiltà ed amore possa ripeterti più con la vita che con le parole:

(Coro di voci) Ormai te solo amo, te solo seguo, te solo evoco e sono disposto ad essere soggetto a te soltanto.

Preghiamo: Tardi ti amai, bellezza così antica e così nuova, tardi ti amai!
Si, perché tu eri dentro di me e io fuori. Li ti cercavo. Deforme, mi gettavo sulle belle forme delle tue creature. Eri con me, e non ero con te. Mi tenevano lontano da te le tue creature, inesistenti se non esistessero in te.
Mi chiamasti, e il tuo grido sfondò la mia sordità, balenasti, e il tuo splendore dissipò la mia cecità; diffondesti la tua fragranza, e respirai...


Solenne Triduo in preparazione alla festa della Conversione del Santo Padre Agostino
- ore 21,00 seconda sera -


PROGETTO COMUNE DI DIO E DELL’UOMO - (Commento del sacerdote)

(Lettore) - Nella meditazione precedente ci siamo soffermati sull’episodio centrale della conversione di S. Agostino, de scritto nel capitolo 12° dei libro VIII° delle Confessioni, ed abbiamo puntualizzato il tema dell’ora dì Dio.
In questa meditazione rifletteremo e pregheremo su un aspetto di grande importanza ed interesse.
La conversione è un precetto che non ricade solamente sulla responsabilità della nostra coscienza. Ma è un progetto comune di Dio e dell’uomo. Dio é impegnato in prima persona, come noi, e più di noi.
Ce lo conferma Agostino con la sua esperienza e col suo insegnamento, illuminato dalla Parola di Dio.

Preghiamo:

(1° Coro di voci) - O Dio, padre della verità, padre della sapienza, padre della vera e somma vita, padre della beatitudine, padre del bene e del bello, padre della luce intelligibile, padre del nostro risveglio e della nostra illuminazione, padre della caparra mediante la quale siamo ammoniti di ritornare a te...

(2° Coro di voci) - O Dio, che ci volgi verso dite; che ci spogli di cii) che non è e ci rivesti di ciò che è, che ci rendi degni di essere esauditi;

(1° Coro di voci) - O Dio, che ci unisci; che ci induci alla verità piena; che ci mar4festi la pienezza del bene e non ci rendi incapaci di seguirlo né permetti che altri lo faccia,

(2° Coro di voci) - O Dio, che ci richiami sulla via; che ci accompagni alla porta;

(1° Coro di voci) - O Dio, il quale fai si che si apra a coloro che picchiano; che ci dai il pane della vita; che ci asseti di quella bevanda sorbendo la quale non avremo più sete...

(2° Coro di voci) - Ascolta, ascolta, ascolta me, mio Dio, mio signore, mio re, mio padre, mio fattore, mia speranza, mia realtà mio onore, mia casa, mia patria, mia salvezza, mia luce, mia vita; ascolta, ascolta, ascolta me nella maniera tua (Soliloqui 1,1,2-4).

"SENZA DI LUI DISPEREREI" - (Commento del sacerdote)

(Lettore) - Nel libro decimo, al termine del suo itinerario di ricerca, Agostino afferma l’assoluta necessità per l’uomo di sentirsi sostenuto e coinvolto da Dio nella realizzazione di un comune progetto di salvezza, pena, in caso contrario, la disperazione:

(1° Coro di voci) - A ragione é salda la mia speranza in lui che guarirai tutte le mie debolezze grazie a ‘Chi siede alla tua destra e intercede per noi presso dite. Senza di lui dispererei. Le mie debolezze sono molte e grandi, sono molte e grandi. Me più abbondante è la tua medicina.

(2° Coro di voci) - Avremmo potuto credere che il tuo Verbo fosse lontano dal contatto dell’uomo, e disperare di noi, se non si fosse fatto carne e non avesse abitato fra noi (Conf X,43,69).

ONDEGGIANTE NEL DUBBIO - (Commento del sacerdote)

(Lettore) - In precedenza però, soprattutto all’inizio, nella fase della spavalderia giovanile, Agostino pensò diversamente. Sentendosi più ricercatore di Dio che ricercato da Dio, egli anelava alla Verità con l’atteggiamento di chi vuole realizzare un suo esclusivo progetto personale.
Egli era solo, con le proprie forze e con il proprio traguardo. Ma da questo atteggiamento, dopo lungo faticare, non ottenne altro risultato che rasentare la disperazione del dubbio più metodico ed avvilente:

(Coro di voci) - Mi era nata infatti anche l’idea che i più accorti di tutti i filosofi fossero stati i cosiddetti accademici, quanto avevano affermato che bisogna dubitare di ogni cosa, e avevano sentenziato che all’uomo la verità è totalmente inconoscibile (Conf V,1O,19; cfr. VI,1-2).

INSIEME CON DIO - (Commento del sacerdote)

(Lettore) - Quando invece Agostino si accorse che Dio era interessato a lui, che lo inseguiva, lo piotava, lo ammaestrava servendosi anche del dolore come maestro, provvedeva alla sua ostinazione, in una parola, condivideva il suo progetto, cambiò atteggiamento: decise di percorrere con Dio il cammino di ritorno, e insieme a Lui potè conquistare le diverse tappe miliari intermedie, prima dell’incontro definitivo nel giardino della sua abitazione a Milano nel 386:

(1° Coro di voci) - O Signore, io sono servo tuo, io sono servo tuo e sono figlio dell’ancella tua. Poiché hai spezzato i miei lacci, ti offrirò in sacrificio di lode una vittima.

(2° Coro di voci) - Ti lodi il mio cuore, la mia lingua... Quale malizia non ebbero i miei atti, o, se non gli atti, i miei detti, o, se non i detti, la mia volontà?

(1° Coro di voci) - Ma tu, Signore, sei buono e misericordioso; con la tua mano esplorando la profondità del la mia morte, hai ripulito dal fondo l’abisso di corruzione del mio cuore.

(2° Coro di voci) - Ciò avvenne quando non volli che ciò che volevo io, ma volli ciò che volevi tu. Dov’era il mio libero arbitrio durante una serie cosi lunga di anni?
Da quale profonda e cupa segreta fu estratto all’istante, affinché io sottoponessi il collo al tuo giogo lieve e le spalle al tuo fardello leggero, o Cristo Gesù, mio soccorritore e mio redentore?

(1° Coro di voci) - Come a un tratto divenne dolce per me la privazione delle dolcezze frivole! Prima temevo di rimanere privo, ora godevo di privarmene.

(2° Coro di voci) - Tu, vera, suprema dolcezza, le espellevi da me, e una volta espulse entravi al loro posto, più soave di ogni voluttà, ma non per la carne e il sangue; più chiaro di ogni luce, ma più riposto di ogni segreto; più elevato di ogni onore, ma non per chi cerca in sé la propria elevazione.

(1° Coro di voci) - Il mio animo era libero ormai dagli assilli mordaci dell’ambizione, del denaro, della sozzura e del prurito rognoso delle passioni e parlavo, parlavo con te, mia gloria e ricchezza e salute, Signore Dio mio (Conf IX, 1,1).

(Lettore) - Alcune di queste tappe sono:
1) il raggiungimento di una “maggiore certezza” di Dio;
2) la scoperta e l’adesione alla vera via che conduce a Dio, l’unico Mediatore, “l’umile Gesù”
3) il raggiungimento di una “maggiore stabilità” in Dio.>BR> Leggiamo insieme questi pensieri:

(1° Coro di voci) - Penetrate stabilmente nelle mie viscere le tue parole, da te assediato da ogni parte, possedevo la certezza della tua vita eterna...

(2° Coro di voci) - Non desideravo acquistare ormai una maggiore certezza dite, quanto piuttosto una maggiore stabilità in te...

(1° Coro di voci) - Tu, Signore, non mi davi tregua nel mio segreto. Con severa misericordia raddoppiavi le sferzate del timore e del pudore, per impedire un nuovo rilassamento, che, invece di spezzare quel solo esiguo e tenue legame esistente ancora, l’avrebbe rinvigorito da capo, e stretto più saldamente...

(2° Coro di voci) - Dalla parte ove avevo rivolto il viso… la casta maestà della Continenza., sembrava dire..: Perché ti vuoi reggere su di te e non ti reggi? Gèttati in lui senza timore. Non si tirerà indietro per farti cadere. Gettati tranquillo, egli ti accoglierà e ti guarirà (Conf VIII,11, 27).

(Lettore) - Ciò avvenne, ricordiamolo, nel giardino della sua abitazione a Milano quel giorno d’estate del 386.
Cristo gridò forte ad Agostino, lo toccò nel cuore, gli fece capire con estrema chiarezza che Lui era interessato al suo progetto, anzi che Lui stesso, Cristo, era il progetto per così lungo tempo inseguito.
Agostino disse di sì e si gettò tranquillo. Cristo lo accolse. E fu la conversione di Agostino!

O UOMO! SEI UN OPERAIO DI DIO - (Commento del sacerdote)

(Lettore) - In breve, ovunque nasce un uomo, li si prolunga l’assicurazione di Dio di riconoscere e rispettare la dignità e la responsabilità dell’uomo nel suo ruolo di partner nella costruzione del mondo e nella realizzazione del proprio destino di salvezza. O uomo! sei un operaio di Dio, grida forte Agostino.
Ora, proseguiamo noi, il tuo progetto di operaio non può essere altro che quello del tuo datore di lavoro! Ricordati di quel che ha fatto questo tuo Signore: è venuto nel tuo triste habitat umano, per non farti sentire solo e per convincerti e assicurarti della sua sincera, appassionata partecipazione al tuo progetto di salvezza.

(1° Coro di voci) - Tu dormivi, essa (la verità-Cristo) venne a te; tu eri in corna, essa ti ha svegliato; ti ha fatto strada con la sua persona per non perderti (Discorso 189,2).

(2° Coro di voci) - Tu in un vastissimo giardino ricco di alberi da frutta ti sei perduto perché non hai voluto obbedire; lui per obbedienza è venuto come creatura mortale in un angustissimo riparo, perché morendo ritrovasse te che eri morto.

(1° Coro di voci) - Tu che eri uomo hai voluto diventare Dio e così sei morto; ‘lui che era Dio volle diventare uomo per ritrovare colui che era morto... (Discorso 188,3).

(Lettore) - Tutto ciò è semplicemente stupendo, e bisognava ricordano all’inizio di queste riflessioni sulla conversione! Ascoltiamo ancora un pensiero di Agostino:

(1° Coro di voci) - Dio chiama chi si è allontanato, perdona i peccati di chi ritorna; è paziente con i peccatori, finché non si convertono, e quando si sono convertiti dimentica il passato e promette il futuro;

(2° Coro di voci) - Esorta i pigri consola gli afflitti, insegna agli zelanti, aiuta quanti combattono; nessuno abbandona di coloro che si affaticano e a lui gridano; dona di che offrire a lui egli stesso dà i mezzi perché lo si plachi.

(Lettore) - Il progetto di Dio si cala nel nostro di povere creature. Perciò si può parlare di conversione e noi possiamo imbarcarci in questa affascinante avventura!

IO E TE, SIGNORE! - (Commento del sacerdote)

(1° Coro di voci) - Io e te, Signore! Questa, oggi tutta la mia preghiera. Forse non è neppure una preghiera:è solo un grido. Ma in esso trovo tanto conforto, tanta pace...
Com’è stupendo...: io e te, Signore!... Me lo ripeto senza posa: io e te, Signore!...
Se vuoi, Signore, lo ripeto anche per te: io e te, Signore!

(2° Coro di voci) - Perché, Signore, non nascondiamocelo, io e te siamo due bisognosi: io di ricevere, tu di dare; io di supplicare, tu di esaudire; io di bussare, tu di aprire; io di importunare, tu di comprendere...
Io e te, Signore, non possiamo fare a meno di progettare e di camminare insieme, perché comune è il nostro progetto di salvezza!...

(1° Coro di voci) - Lasciamelo perciò dire, ininterrottamente, per me e per te: io e te, Signore!...
Nel dolore, nella solitudine, negli insuccessi nelle delusioni, nell’abbandono di coloro che mi dovrebbero sostenere: io e te, Signore!...

(2° Coro di voci) - Nelle incertezze della vita, nella nausea del quotidiano, nella paura del domani: io e te, Signore!...
Nelle lotte di ogni giorno, nelle rare vittorie: io e te, Signore!...
Ovunque e in ogni circostanza: io e te, Signore!...

(1° Coro di voci) - Io e te, Signore, sempre uniti in un dolce dialogo di amicizia!

(2° Coro di voci) - Io e te, Signore,sempre solidali l’uno con l’altro!

(1° Coro di voci) - Io e te, Signore, sempre sicuri e fiduciosi, forti sorridenti!

(2° Coro di voci) - Io e te, Signore, mai tristi, mai avviliti!

(1° Coro di voci) - Io e te, Signore, fratelli che si amano!

(2° Coro di voci) - Io e te, Signore, stretti insieme sotto lo sguardo compiacente di Maria, tua e mia Mamma!

(1° Coro di voci) - Io e te, Signore!. Scusami se mi son messo al primo posto: ho guardato di più al mio ruolo e alla mia sofferenza!
Ma ora lascio a te il primo posto, anzi, ti supplico di invertire la frase e di essere tu a ripetere a me: Io e te!

(2° Coro di voci) - Ripetimelo: Io e te! Perché, Signore, tu lo sai che ti amo e voglio essere tuo amico, tuo socio, tuo partner nella programmazione ed attuazione del comune progetto di salvezza!...
Che bello, Signore. Grazie!...Io e te, Signore. ... Io e te!...


Solenne Triduo in preparazione alla festa della Conversione del Santo Padre Agostino
- ore 21,00 terza sera -


CONVERSIONE
DONO E INIZIATIVA DI DIO
ACCOGLIENZA E CONQUISTA DELL’UOMO
- (Commento del sacerdote)

(Lettore) - Dopo aver visto che la conversione è progetto comune di Dio e dell’uomo, rifletteremo e pregheremo adesso su un altro importante aspetto: quello che ci aiuta a capire meglio i ruoli distinti e complementari che svolgono Dio e l’uomo.
Vedremo che la conversione, come azione di Dio, è iniziativa e dono gratuito del suo amore; come azione dell’uomo, è accoglienza e conquista di questo dono.
Lo indica con chiarezza e frequenza la Parola di Dio. Per esempio, i Profeti, i quali, rifacendosi al patto di alleanza, annunciavano ad Israele la perenne fedeltà di Dio, sempre pronto, da una parte, a riprendere l’iniziativa e a continuare ad offrire con uguale amore il dono della salvezza, e dall’altra, ad esigere il pentimento e la fedeltà operativa del Popolo all’alleanza.
Anche S. Paolo parla del dono gratuito della giustificazione, che l’uomo deve accogliere mediante la fede e rendere operante mediante la carità.
Il Vangelo è tutto pieno di parabole della misericordia, talmente immenso e totalmente gratuito è l’amore di Dio per l’uomo; ma è anche tutto risonante del monito al l’accoglienza e alla traduzione in pratica di questo amore: Se mi amate, osserverete i miei comandamenti (Gv. 14,15).

Preghiamo:

(1° Coro di voci) - T’invoco, Dio mio, misericordia mia, che mi hai creato e non hai dimenticato chi ti ha dimenticato. T’invoco nella mia anima, che prepari a riceverti col desiderio che le hai ispirato. Non trascurare ora la mia invocazione.

(2° Coro di voci) - Tu mi hai prevenuto prima che t’invocassi; insistendo con appelli crescenti e multiformi affinché ti ascoltassi da lontano e mi volgessi indietro chiamando te che mi richiamavi.

(1° Coro di voci) - Tu, Signore, cancellasti tutte le mie azioni cattive e colpevoli per non dover punire l’opera delle mie mani, con cui ti ho fuggito; prevenisti tutti i miei meriti buoni per retribuire l’opera delle tue mani cui mi hai forgiato.

(2° Coro di voci) - Tu esistevi prima che io esistessi, mentre io non esiste vo così da offrirmi il dono dell’esistenza. Eccomi invece esistere grazie alla tua bontà, che prevenne tutto ciò che mi hai dato di essere e da cui hai tratto li mio essere (Conf.XIII,1,1)

QUALE IL RUOLO DI DIO? E QUALE IL RUOLO DELL’UOMO? - (Commento del sacerdote)

(Lettore) - In uno sguardo di sintesi, nella precedente meditazione abbiamo visto che la conversione è progetto comune di Dio e dell’uomo.
Non abbiamo però visto in quale rapporto stiano tra loro l’azione di Dio e l’azione dell’uomo. Forse a tutti si saranno presentate domande come queste: In che senso e fino a qual punto la conversione è progetto di Dio e, rispettivamente, dell’uomo? Qual è il ruolo specifico di Dio e quale quello dell’uomo?

DIO DONA, L’UOMO ACCOGLIE - (Commento del sacerdote)

(Lettore) - “Conversione: dono e iniziativa di Dio, accoglienza e conquista dell’uomo”. In questo enunciato è formulata, chiaramente, una risposta agli interrogativi su indicati. Esso vuoi dirci che la conversione, in quanto progetto di Dio, è iniziativa e dono del suo amore; in quanto progetto dell’uomo, è accoglienza di tale dono e impegno personale nei cammino. Dio interviene donando; l’uomo interviene accogliendo ed eseguendo.

(Coro di voci) - Mi chiamasti, e il tuo grido sfondò la mia sordità; balenasti, e il tuo Splendore dissipò la mia cecità; diffondesti la tua fragranza, e respirai e anelo verso di te, gustai e ho fame e sete; mi toccasti e arsi di desiderio della tua pace (Conf 2,27,38).

DUE RUOLI DI GRANDE IMPORTANZA ED EQULIBRIO - (Commento del sacerdote)

(Lettore) - La puntualizzazione di questi due ruoli non è superflua, come potrebbe sembrare a prima vista, ma è di grande importanza ed attualità. Infatti: oltre a far comprendere meglio la natura propria di quella linea di equilibrio tra dono e merito, tra grazia e responsabilità che occorre costantemente perseguire; fa risaltare grandemente l’atteggiamento di misericordia di Dio nel suo ruolo a favore dell’uomo.
Sta di fatto che, nonostante ogni buon proposito, l’uomo si rivela inadempiente nella partecipazione al comune progetto; ma Dio, da parte sua, continua a comprenderlo, a perdonano, a ricolmano di ogni dono, a sollecitare il suo ritorno, ad attenderlo, a riammetterlo senza riserve ogni qualvolta, sinceramente pentito, fa ritorno.
Quale differenza stridente tra questo modo di agire di Dio e quello dell’uomo con un altro uomo inadempiente! Racconta l’evangelista San Matteo nella parabola del servitore spietato che un servo, dopo aver avuto il condono da parte dei suo padrone, non seppe condonare un debito, molto minore, che un altro servo aveva nei suoi riguardi:

(Coro di voci) - Appena uscito, quel servo trovò un altro servo come lui che gli doveva cento denari e, afferratolo, lo soffocava e diceva: Paga quel che devi! Il suo compagno, gettatosi a terra lo supplicava dicendo: Abbi pazienza con me e ti rifonderò il debito. Ma egli non volle esaudirlo, andò e lo fece gettare in carcere, fino a che non avesse pagato il debito (ML 18,28-29).

LA TESTIMONIANZA PERSONALE DI AGOSTINO - (Commento del sacerdote)

(Lettore) - Su questo aspetto della conversione, il libro delle Confessioni è tutto una vibrante testimonianza personale.

TU CI PURIFICHI, INCLINE AD ASCOLTARE I GEMITI DI CHI E’ INCEPPATO - (Commento del sacerdote)

(1° Coro di voci) - Tu punisci le colpe che gli uomini commettono a proprio danno... Sono anche rei in cuor loro quanti imprecano contro dite e recalcitrano al tuo pungolo..., fonte della vita, unico vero creatore e regolatore dell’universo...

(2° Coro di voci) - E così si ritorna a te con la pietà umile, e tu ci purifichi dalla cattiva abitudine, indulgente verso i peccati che si confessano, incline ad ascoltare i gemiti di chi è inceppato ai piedi; ci sciogli dai lacci che ci siamo da noi stessi applicati, affinché non leviamo più contro di te le corna di una falsa libertà per ingordigia di possedere dell’altro e col pericolo di perdere tutto per colpa di un amore più grande verso il nostro bene particolare che verso te, bene universale (Conf III, 8,16).

L’INSEGNAMENTO DI AGOSTINO - LA CONVERSIONE, DONO DI DIO - (Commento del sacerdote)

(Lettore) - Il pensiero di S. Agostino su questo tema è di estrema chiarezza:

(1° Coro di voci) - La conversione stessa infatti è una grazia di colui al quale diciamo: “O Signore degli eserciti convertici”.

(2° Coro di voci) - Non ascrivere dunque a te stesso il merito della tua conversione: perché, se non fosse intervenuto Iddio a chiamarti quando fuggivi da lui, tu non avresti potuto volgerti indietro. Per questo il profeta, riferendo a Dio il beneficio della conversione, prega e dice: “O Dio, tu volgendoti a noi ci darai la vita”.

(1° Coro di voci) - Non che noi, da noi stessi, di nostra iniziativa, senza l’intervento della tua misericordia, ci convertiamo a te e poi vieni tu a darci la vita, ma “sei tu che volgendoti a noi ci dai la vita”.

(2° Coro di voci) - Per cui non solo il nostro passare da morte a vita proviene da te, ma anche la nostra conversione ad essere vivificati(in ps. 84,8).

LA CONVERSIONE, INIZIATIVA DI DIO - (Commento del sacerdote)

(Lettore) - Se dunque la conversione, in ogni momento del suo sviluppo, è dono, essa è gesto libero di misericordia, iniziativa di Dio, anteriore a qualunque iniziativa dell’uomo. Nel commento al salmo 17, Agostino scrive:

(Coro di voci) - O Signore, tu mi hai confortato perché mi sono rifugiato in te; e in te mi sono rifugiato perché mi hai liberato. “Il mio Dio è il mio aiuto, e in lui spererò”: Dio mio, tu che mi hai per primo elargito l’aiuto della tua chiamata, onde io potessi sperare in te.

LA CONVERSIONE, COSTANTE FEDELTA’ DELL’IMPEGNO DI DIO - (Commento del sacerdote)

(Lettore) - Questo, dunque, è il fermo atteggiamento di Dio nell’attuazione con l’uomo del comune progetto di conversione.
Egli dona sempre con libertà ed amore. .Con tenacia persiste - prendendo sempre Lui l’iniziativa - nel sollecitare l’azione dell’uomo. Nulla può riuscirgli di ostacolo, neppure l’inerzia o il rifiuto dell’uomo.
Dice S. Agostino che la nostra infedeltà non può compromettere la fedeltà di Dio.

(1° Coro di voci) - L’ombra del fico (cioè la condizione carnale e la soggezione al peccato) non fu un ostacolo per gli occhi della misericordia di Dio (in ps. 31,11,9).

(2° Coro di voci) - In te e da te non c’è nessuna misericordia verso gli altri se non è Dio che te la dona; e lo stesso Dio dimenticherà la misericordia?

(1° Coro di voci) - Scorre il fiume; si prosciugherà la sorgente? “Oppure Dio dimenticherà di usare compassione? O tratterrà nella sua ira le sue misericordie?” - Cioè: tanto si adirerà, da non aver più misericordia? E’ più facile che egli trattenga l’ira che non la misericordia.

LA CONVERSIONE, ACCOGLIENZA E CONQUISTA DELL’UOMO - (Commento del sacerdote)

(Lettore) - Ma l’insistenza dì Agostino non verte soltanto nell’esaltare il ruolo di Dio, descrivendone la generosità e il valore dell’iniziativa e del dono. Egli ribadisce anche con forza il ruolo dell’uomo, prospettandogli la sua grande responsabilità di dover cooperare con Dio. La conversione, infatti, essendo progetto comune, come dipende tutta da Dio, cosi dipende anche tutta dall’uomo (Disc. 169, 13).
E se da Dio dipende, come dono e iniziativa del suo amore, dall’uomo dipende in quanto egli è chiamato ad accogliere il dono mediante la fede, ed a conquistarlo mediante l’amore.
Si notino bene le due cose, che costituiscono come i perni sui quali si articola il ruolo dell’uomo:
1) l’accoglienza mediante la fede, 2) la conquista mediante l’amore.

(1° Coro di voci) - Abramo è stato giustificato per la fede; ma se le opere non hanno preceduto la fede, l’hanno tuttavia seguita. Sarà forse sterile la tua fede? Se tu non sei sterile, non lo sarà neppure la tua fede.

(2° Coro di voci) - L’opera della fede è l’amore, e questo amore non può starsene in ozio: non solo non opera nulla di male, compie pure tutto il bene possibile...

(1° Coro di voci) - Ne consegue che se la fede senza la carità a niente giova, la carità, quando c’è, necessariamente opera, e la fede stessa opera nell‘amore.

(2° Coro di voci) - Tu davanti a te il fine ce l’hai: è Cristo. Non hai da cercare altro. Tu già credi, e questo lo sai. Però il problema non è soltanto la fede, ma la fede e le opere. Sono necessarie tutte e due.

(1° Coro di voci) - Infatti anche i demoni credono..., ed hanno terrore, ma ad essi il credere non serve a nulla. La fede sola, se non le si accordano le opere, non è sufficiente.

PREGHIERA DEI FEDELI

(Lettore) - A conclusione di questo Triduo ringraziamo il Signore con il Santo Padre Agostino per il ruolo determinante che ha avuto la sua mamma, S. Madre Monica nella storia della sua conversione.

PREGHIERA: GRAZIE PER MIA MADRE

(Sacerdote) - Accogli le mie confessioni e la mia gratitudine, Dio mio, pur nel silenzio dì infinite cose. Ma non ometterò neppure una delle parole che mi partorisce l’anima intorno a quella tua serva che mi partorì sia nella carne perché io nascessi a questa luce temporale, sia nello spirito perché io nascessi alla luce eterna.
Non dei suoi doni dirò ma di quelli che tu hai fatto a lei. Certo non s’era fatta o allevata da sola: sei tu che l’hai creata, e né suo padre né sua madre sapevano quale donna sarebbe venuta da loro.
E al tuo timore l’educò il bastone del tuo Cristo, la disciplina del tuo figlio unico, in una casa di credenti che era una parte sana del corpo della tua Chiesa. Mia madre era la serva di tutti i tuoi servi. Chiunque veniva a conoscerla, aveva da ringraziare, onorare e amare profondamente te, perché sentiva in lei la tua presenza, testimoniata dai frutti di una vita santa.
Era stata sposa di un uomo solo, aveva adempiuto ogni suo dovere con i genitori, aveva governato con dedizione la sua casa, le sue opere buone le rendevano testimonianza, aveva allevato i suoi figli partorendoli tante volte quante li aveva visti allontanarsi da te.
Infine, o Signore, prima di addormentarsi per sempre, quando già vivevamo in comunità, dopo aver ricevuto la grazia del tuo battesimo, si curò di noi come se ci avesse partoriti tutti e ci servì come se fosse stata partorita lei da tutti noi.


A cura del Gruppo Liturgico sotto la guida di Padre Adelmo


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