TERRA CIOCIARA: LE VICENDE STORICHE, RELIGIOSE, POLITICHE E SOCIALI


LUNGO IL FIUME COSA

"ASPETTI STORICI, PAESAGGISTICI ED AMBIENTALI"

Il ruolo del Fiume Cosa nel territorio della Provincia e
nella Città di Frosinone

Frammento della mappa del Fiume Cosa anno ... Archivio di Stato di FrosinoneIl Fiume Cosa sulle mappe più antiche era stato contrassegnato con la denominazione - “Fiume Acquosa” - in realtà poteva chiamarsi il “Fiume di Guarcino”, il “Fiume di Alatri”, il“Fiume di Frosinone” e così via, per lo stretto il rapporto che intercorre fra le sue preziose acque e i territori che attraversa prima di confluire nel Fiume Sacco.

Effettivamente di acqua sotto i suoi ponti ne è passata molta, nel lento trascorrere della storia cittadina. Un vecchio fiume sonnolento, ormai ridotto a poca “...cosa” che di storie da raccontare ne avrebbe veramente molte.

Il ruolo del fiume è stato determinante nel favorire i primi insediamenti umani nel territorio frusinate.
Si può ben affermare che è stato un fiume generoso: il lento scorrere delle fresche acque ha veramente permesso lo sviluppo dei primi agglomerati lungo le sue sponde, già in epoca protostorica e Volsca, ovvero nel periodo generalmente compreso tra la prima età del bronzo - (prima metà del IV millennio a.C.) - e quella del ferro - (che ha inizio nel mediterraneo orientale attorno al XII secolo a.C.).

Con stupefacente meraviglia, l'identità ampiamente accertata nella storia della "Frusino" volsca, viene continuamente supportata da vecchi e nuovi ritrovamenti archeologici che consentono di riscrivere e confermare le origini della nostra città. Un fiume che è stato testimone sia della nascita dell’antica “Frusino”, arroccata per ragioni difensive, nella parte alta della collina, ma anche della colonizzazione avvenuta lungo le sue sponde. Ritrovamenti archeologici che sono una testimonianza insostituibile e una risorsa turistica notevole.
Purtroppo, incomprensibilmente, tutti i siti esplorati sono stati sistematicamente ricoperti e i reperti spesso sono stati trafugati e allontanati da Frosinone. Solo poche testimonianze giacciono nei depositi, in attesa di un museo molto più spazioso per poterli ospitare tutti.

Reperto visibile lungo Viale Roma - FrosinoneI reperti che continuano ad affiorare dalle necropoli rinvenute lungo tutto il tratto del fiume, nelle aree scavate in Via Maria, Piazzale De Matthaeis e nella zona delle Fontanelle, consentono di formulare nuove ipotesi e considerazioni sulla nascita dell'antica città.

Il fiume, purtroppo, potrebbe raccontare anche altre vicende; quelle accadute negli ultimi decenni e queste non sarebbero molto gratificanti per la nostra città: potrebbe parlare del nuovo sviluppo urbano, caotico e privo di qualità archiettonica, che sta snaturando l'identità cittadina e l'intero comprensorio fluviale, ormai relegato ad una condizione di assoluta inutilità.
Infatti, nei luoghi dove si decide la nuova espansione urbana, in piena evoluzione, non riescono a capire cosa farne del fiume, di un fiume che resta comunque una identità ben precisa nella storia cittadina.

Quindi, un fiume coccolato con una mano e maltrattato con l’altra; al quale sono state fatte infinite promesse, tutte disattese: un fiume studiato e ristudiato, nella speranza di trasformarne il comprensorio in un meraviglioso parco cittadino ma, di fatto, utilizzato per lo smaltimento delle acque inquinate.

Questa ricerca ha il solo scopo di tracciare un breve profilo storico, sociale ed ambientale del fiume; una presenza amica ed essenziale per il territorio della nostra città.
Una entità da valorizzare e con la quale bisogna convivere, cercando di riscoprire quel senso di appartenenza che i nostri progenitori avevano con il fiume e che non avevano mai perso.
Con questa piccola iniziativa, aperta ad ogni forma di collaborazione, proviamo a rilanciare il dialogo culturale e l'interesse collettivo nel preservare il nostro fiume.

10 ottobre 2008 - Testo della Commissione Culturale Parrocchiale - Vincenzo Papetti

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