TERRA CIOCIARA: LE VICENDE STORICHE, RELIGIOSE, POLITICHE E SOCIALI


LUNGO IL FIUME COSA

"ASPETTI STORICI, PAESAGGISTICI ED AMBIENTALI"

UN PARCO LUNGO IL FIUME COSA

Una favola. Se ne parla la sera, d'estate, gustando un gelato in via Aldo Moro.

Fra le tante promesse fatte alla cittadinanza, per elevare il livello qualitativo del "vivere in città", c'è quella della riqualificazione dell’antico fiume "acquosa" con la realizzazione di un parco fluviale: il famoso “Parco del Fiume Cosa” - un sogno e un'utopia.

Di acqua sotto i ponti ne è passata molta e l’idea di realizzare un parco da destinare al verde pubblico attrezzato, lungo l’intero tratto urbano attraversato dal fiume, sembra dimenticata anzi, per essere precisi, se ne parla solo ciclicamente nei programmi elettorali in occasione delle elezioni per il rinnovo del consiglio comunale.

Il corso del fiume nella parte montana

Eppure sono talmente evidenti le aspettative della cittadinanza per la realizzazione del parco fluviale da non comprendere il disinteresse manifestato dalle varie amministrazioni che si sono succedute al governo della città negli ultimi venti anni dalla prima bozza di proposta. Una risposta innovativa alle necessità ed ai bisogni dei cittadini.

La concreta realizzazione del progetto favorirebbe la valorizzazione di alcuni siti naturalistici di pregio legati alla storia della città.
Le aree destinate al verde attrezzato e quelle ludiche per i ragazzi, opportunamente collegate con una rete percorsi pedonali e piste ciclabili, consentirebbero il recupero di un comprensorio abbandonato e dequalificato offrendo una concreta risposta allo svago e al tempo libero dell'intera collettività. Un polo di attrazione come lo è diventato, in scala più piccola, il giardino della villa comunale in Via M.T. Cicerone

Il progetto originario includeva anche tutta l'area collinare attraversata dal Viadotto Biondi, con l'intento di riqualificarla, valorizzando i reperti archeologici rinvenuti lungo i crinali di Viale Roma e per arginare i movimenti franosi che da tempo ne minacciano la stabilità.
Purtroppo, per quanto riguarda la collina assistiamo a piccoli interventi di riqualificazione, certamente preferibili all'abbandono generale, ma privi di una progettazione unitaria ed integrata con l'idea del parco fluviale. Ascensore inclinato compreso.

Esempi di flora più comune presente lungo il corso del Fiume

L'idea del parco, da non abbandonare, resta una opportunità unica ed irripetibile per la nostra città, per almeno due evidenti motivi: la bassa antropizzazione del comprensorio e la sua notevole estenzione. Proprio questi due aspetti potrebbero essere la carta vincente per il futuro del parco in quanto, per uno strano e fortunoso destino, la gran parte delle aree sono libere ed incolte.

Il parco metterebbe sotto tutela un ampio territorio sub urbano, dal "Ponte della Tenuta" in zona Castelmassimo fino ai confini con il Comune di Ceccano, un territorio largamente inquinato, malsano e, di fatto, abbandonato, pensando anche a qualche soluzione per decongestionare il traffico urbano attraverso uno studio della viabilità capace di dare alla città soluzioni e risposte di primaria importanza.

Il tempo comunque non gioca a favore del parco. Negli ultimi anni, lungo l'alveo del fiume, sono iniziati i disboscamenti per ricavarne zone edificabili o coltivabili.
Questi interventi, che stanno modificando la destinazione delle aree, non contribuiscono a tutelare le zone umide e di espansione del fiume nei periodi di piena, dove si è sviluppata una micro flora e una fauna autoctona che sarebbe bene tutelare e proteggere nella loro integrità.

Il parco, grazie alla notevole estensione del territorio attraversato dal fiume, che misura all'incirca 10 km, assumerebbe il ruolo di cerniera fra la parte collinare, dove si è sviluppato il centro storico e la zona pianegiante e più periferica, dove iniziata una nuova e devastante espansione urbana, priva di indirizzo urbanistico e sgnificato architettonico.

Una espansione di palazzine disomogenee, senza spazi aggreganti, i servizi pubblici e le piazze capaci di giocare un ruolo determinante per la qualificazione dell'aggregato architettonico del futuro.

Esempi della piccola fauna più comune presente lungo il corso del Fiume

L'ambiente parco, ricucendo le due fondamentali porzioni urbane cittadine, che non hanno mai veramente dialogato fra di loro, proprio per la presenza separatrice del fiume e per la diversa altimetria territoriale, risulterebbe essere la carta vincente per la definitiva integrazione di tutti gli interessi urbani, coniugando la salvaguardia dell’ambiente con la crescita economica della Città.

La fascia protetta e riqualificata lungo il fiume, con la propria dotazione di servizi essenziali avrebbe il compito di far dialogare le due città con maggior successo rispetto alla "pensata" di affidare tale dialogo al collegamento ombellicale costituito dall'ascensore obliquo che è stato costruito sulle falde franose della collina.

Il futuro parco, inoltre, garantirebbe la tutela delle acque e la qualità paesaggistica locale innescando un dialogo e un proficuo rapporto fra il cittadino e l'ambiente fluviale.

Il parco con le sue infrastrutture e i suoi spazi potrebbe diventare un generatore di cultura urbana, avente come filo conduttore proprio la dimensione dello "spazio fiume".
La fruizione degli spazi acquatici ad uso tattile, il recupero delle rogge e delle antiche mole, l'accessibilità alle sorgenti ed agli impianti di pompaggio della vecchia "Fonte Pia", la riqualificazione delle fontane costruite lungo il fiume: Fontana Bussi De Praetis, le Fontanelle, la Fontana Tonica, i ponti, ecc., consentirebbe il recupero delle tracce del passato e la riqualificazione degli spazi interclusi della città: amalgamando la città storica, il fiume e la nuova espansione.

Pittogramma di una porzione urbana del fiume da destinare a parco fluviale

10 maggio 2008 - Testo della Commissione Culturale Parrocchiale - Vincenzo Papetti

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