LA MISSIONE PARROCCHIALE: "CONOSCENZA, PROGETTAZIONE E TESSITURA DI UNA RETE OPERATIVA"


Missione ed Azione Pastorale Agostiniana
Non dimentichiamo i meno fortunati...


L'Ordine degli Agostiniani Scalzi, un ramo della grande famiglia agostiniana, fedele all'invito di Gesù e seguendo le tracce di S. Agostino, svolge il suo lavoro in prima linea nel campo della missione in Brasile, in Africa, nelle Filippine.
L'importanza dell'annuncio del Vangelo e gli aiuti per il prossimo rappresentano le due questioni urgenti dell'Ordine e degli Operatori nelle parrocchie agostiniane.
Un occhio particolare viene rivolto alle problematiche per lo sviluppo dell'infanzia ed al sostegno per la terza età, senza dimenticare la vaste tematiche poste dalla condizione degli ammalati.
La missione ci vede impegnati in egual misura nell'aiuto diretto alle persone e nel sostegno logistico per le loro esigenze: asili, scuole, ospedali, pozzi per l'acqua, mezzi di comunicazione.

Per noi operatori parrocchiali la missione è racchiusa nelle parole portate da Gesù, un messaggio che è divenuto un lampo che ha illuminato per sempre il cammino del mondo e dell'uomo dandogli un senso. La missione come incontro con Gesù Cristo che ha cambiato la nostra esistenza dandole forza, direzione, gioia di vivere: un messaggio da annunciare e condividere.

Non c'è forza missionaria semplicemente in un "vangelo per sentito dire", né c'è forza missionaria in un incarico sentito come un ordine che sopravviene dall'esterno. La missione nasce unicamente dal di dentro. Sappiamo che la salvezza di Dio è più larga della conoscenza di Gesù Cristo. Tuttavia è missionario solo chi ha capito che il conoscere Gesù e il non conoscerlo non è la stessa cosa.

Ho imparato da te, Dio mio, a distinguere fra dono e frutto. Il dono è la cosa stessa donata da chi fornisce queste cose necessarie, come denaro, cibo, bevanda, vestiti, riparo, soccorso.
Frutto invece è la volontà buona e retta del donatore.

E il buon maestro non dice soltanto "Chi accoglierà un profeta" ma aggiunge: "in quanto profeta"; e non dice soltanto "chi accoglierà un giusto" ma aggiunge: "in quanto giusto". Solo così riceverà la ricompensa del profeta, o quella del giusto.
E non dice solo: "chi darà da bere un bicchiere d'acqua fresca a uno dei più piccoli fra questi" ma dice ancora: "unicamente in quanto mio discepolo" e aggiunge: "in verità vi dico, non perderà la sua ricompensa".

Dono è accogliere il profeta, accogliere il giusto, offrire un bicchier d'acqua fresca al discepolo; frutto è farlo per il profeta, per il giusto, per il discepolo in quanto tali.
Frutto è quello di cui la vedova nutre Elia, sapendo che nutre un uomo di Dio e per questo lo nutre; dono invece è quello con cui lo nutre il corvo. Il quale non nutriva l'Elia interiore, ma solo l'esteriore, quello che per mancanza di un tal cibo poteva deperire.


Missionari dell'animo umano

Si diventa “uomo e donna” attraverso le tortuose vie dell'esistenza. Siamo costantemente in transito attraverso gli spazi e le stagioni della vita. Veniamo sempre pervasi dall'avvicendarsi di nuovi e vecchi vizi, sempre pronti ad abbandonarci ad ogni provvisorio conseguimento pronti per offrirci, sereni e valorosi, ad altri nuovi vincoli e legami.

Ogni uomo creatura è unica e particolare: importante, curiosa e ricca di sogni. Immersa nel vissuto. Attraversata dai fenomeni del mondo che intersecano, anche se una sola volta, la sua vita, senza ripetizioni e senza possibilità di correggere i propri errori.

Ogni uomo, ogni essere umano, è importante, eterno, divino. Perciò ogni uomo in vita è un essere meraviglioso e degno di ogni attenzione. In ognuno lo spirito ha preso forma, in ognuno soffre il creato, in ognuno si crocifigge un Redentore.

La vita è una via verso se stesso. Nessun uomo è mai stato interamente lui stesso, eppure ognuno cerca di diventarlo, chi sordamente, chi luminosamente, secondo le possibilità.


Simili ad un puzzle... varie e mutevoli sono le stagioni dell'uomo
non sempre è possibile percepirne il senso e i cambiamenti che, inevitabilmente, segnano il nostro animo nel loro transitare.


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