EVOLUZIONI TERRITORIALI DELLA PARROCCHIA MADONNA DELLA NEVE


Mutamenti territoriali

la questione dei confini...
un territorio in continua evoluzione

All'inizio la parrocchia aveva questi confini, così indicati nel decreto del 12 aprile 1936: "Inizia dal Ponte della Tenuta; è circoscritta dalla riva destra del fiume Cosa fino alla Mola Vecchia; da qui è delimitata dal lato destro delle vie Mola Vecchia e Dei Quarti, sino ai confini del territorio di Ferentino e Alatri".


Questi confini storici, sono stati modificati sotto la pressione sociale imposta dal nuovo incremento demografico e residenziale: il 7 settembre 1956 con l'erezione della nuova parrocchia Sacro Cuore e la necessità di disegnare un suo territorio.

Bisogna riconoscere che questa nuova parrocchia nacque in ritardo, rispetto allo sviluppo residenziale della città di Frosinone.
Come era logico aspettarsi, dopo la guerra, lo sviluppo della città doveva avvenire prevalentemente nella parte bassa, con un Piano Regolatore, capace di indirizzarne lo sviluppo urbanistico, economico e sociale.

Invece si è preferito lo sfruttamento sistematico di tutte le aree libere nella parte alta della collina, fino all'inverosimile, dequalificando il centro storico e compromettendo la crescita della città futura nella parte bassa.

Ancora oggi, l'Amministrazione cittadina, consente lo sfruttamento di ogni pur minima possibilità a discapito di un serio tentativo per la qualità della vita del centro storico, quando se ne presenta l'opportunità.

Comunque, i forti mutamenti urbanistici, correlati alla nuova espansione residenziale, aveva spinto l'I.A.C.P. a cercare nuove aree edificabili lungo la Via Marittima, ovvero l'attuale Via A. Moro.

Ai primi insediamenti ben presto ne seguirono degli altri, tutti concentrati fra Piazza Fiume, Via Adige e l'attuale Via A. Moro, con i primi palazzi, la cui tipologia costruttive veniva definita a "stella".

Alcune infrastrutture sportive ENAL, costituite da tre campi da tennis e la Chiesa del Sacro Cuore faticarono e faticano ancora oggi, nel dare un volto ed una identità ad un quartiere mortificato dal solo sviluppo commerciale.

La Curia Vescovile ridefinì il territorio di tutte le parrocchie interessate per fare spazio alla nuova nata; anche la parrocchia della Madonna della Neve dovette cedere una piccola porzione del propio territorio compreso fra la Mola Vecchia e il lato sinistro di Via Selva Polledrara, campita in giallo nella mappa seguente.


Successivamente, venne urbanizzata anche la Zona "Cavoni - Selvapiana" e la città iniziò la sua espansione verso Nord, sempre in cerca di una sua identità urbana.

La carenza iniziale di servizi a supporto delle abitazioni, facevano apparire queste nuove realtà urbane, quasi avulse dal contesto sociale della città e, per molti anni, vennero definite: "quartieri dormitorio".

Nel quartiere Cavoni, mancano ancora diverse infrastrutture a sostegno della nuova realtà sociale, ma molto si è realizzato e si stà realizzando, non ultimo la nuova chiesa di San Paolo, che ovviamente ha comportato la ridefinizione dei confini della parrocchia Madonna della Neve.

I nuovi confini sono attestati sul lato sinistro della Via Casilina - Marco Tullio Cicerone, per chi giunge in città e la S.S 155° per Fiuggi.

I cambiamenti topografici hanno stravolto le abitudini e l'identità di molti parrocchiani che si identificavano con gli usi e nelle tradizioni del quartiere Madonna della Neve, per adattarsi alla nuova realtà catechetica, alle nuove celebrazioni ed alla nuova chiesa.

Tutti cambiamenti superabili con un minimo di buona volontà e spirito di collaborazione fra le due parrocchie vicine.



Dopo i recenti assetti territoriali, la parrocchia Madonna della Neve, appare molto più contenuta e forse un pò più omogenea.

Rispetto al passato, ha perso molto della sua duplice identità territoriale: una fortemente residenziale, ricca di palazzi e condomini e una più agricola e di campagna, costituita da numerosi insediamenti sparsi e monofamiliari in un territorio dove la campagna c'è ancora, ma non ci sono più i contadini.

Un territorio più dispersivo, dove le relazioni pastorali sono più complesse, ma alle quali comunque si è abituati.

Certamente, la porzione di territorio rimasta, meno urbanizzata, rispetto alle porzioni concesse, continua a mantenere i suoi originari interrogativi e problematiche: ovvero la capacità di fornire risposte sociali e pastorali molto complesse.
Semplificando, le complessità sono legate maggiormente alle problematiche ed alla dimensione giovanile da correlare con la comunicazione immediata e le difficoltà che hanno i ragazzi nel raggiungere la parrocchia e l'oratorio.